Il senso di Tom per il caldo
Storie e Notizie N. 1545
Lui si chiama Tom, già, come una persona qualunque.
E, come a una persona qualunque, potresti dirgli: “Ehi, Tom, senti un po’…”
Poi, una volta ottenuto un minimo della sua attenzione, potresti aggiungere: “Tom, lo sai che l’anno scorso è stato uno dei tre anni più caldi della storia mai registrati? Hai capito che caldo che fa, Tom?”
Lui potrebbe voltarsi come se non avesse udito alcunché.
Continuando a girare in tondo intorno alla sua monotona esistenza.
Ma magari tu potresti essere uno di quelli insistenti.
Forse protesti tentare ancora: “Tom, sai? I dati ci dicono che l’anno scorso è stato tra i tre più caldi anche senza El Niño. Capisci che caldo che fa, caro Tom?”
Lui, senza alcuna intenzione di interrompere la sua ebete danza, potrebbe guardarti con un’espressione confusa, ovvero basita.
Allora, con doverosa pazienza, potresti spiegargli: “El Niño, Tom, è quel fenomeno climatico che causa un notevole riscaldamento dell'Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale, in particolare nei mesi di dicembre e gennaio circa ogni cinque anni. Ti è chiaro, Tom? Ti è chiaro quanto fa caldo?”
Tuttavia, il nostro potrebbe rimanere impassibile anche innanzi a siffatta delucidazione, peraltro aggravante della situazione.
Cosicché, magari con un pizzico di frustrazione, potresti alzare leggermente la voce.
“Tom, vuoi fermarti per un momento ad ascoltarmi?”
Lui potrebbe non acconsentire alla richiesta e allora, dimostrando appassionata dedizione alla causa, potresti sintonizzarti sulla sua incessante via di fuga dalla realtà presente, ovvero incapacità di concentrarsi sull’attuale concretezza dei fatti, e oscillando al ritmo della sua medesima fluttuazione, potresti lasciarti andare a un accorato sfogo.
“Tom, comprendi che siamo tu e io, con le nostre ottuse ed egoiste scelte a provocare l'innalzamento innaturale della temperatura? Cavolo, come fai ad accettare di vivere il tempo che ti resta così? Sei come rassegnato, come un prigioniero che non scorga più alcuna salvezza all’orizzonte, condannato a vedere sempre la stessa immagine al di là del vetro, ammirando la vita fortunata di coloro che si approfittano della tua resa.”
Eppure, malgrado una partecipazione emotiva totale, Tom potrebbe incredibilmente insistere nel rimanere indifferente alle tue parole.
“Tom”, potresti allora urlare sulla spinta della disperazione, “ti prego, scendi da questa infernale giostra che consideri destino inevitabile. Tu sei fatto per volare, o almeno sognare di farlo, perlomeno provarci, senza rinunciare a vivere tentando, fregandotene del cielo che manca, sfidando gravità e limiti, ma sempre pronto a tornar giù ad abbracciare l’amata terra che tutti ha generato.
Fa sempre più caldo ed è colpa nostra, capisci, Tom?”
Ecco, a questo punto, innanzi all’immutabilità dello stolto suo ruotare attorno a un’esistenza irrimediabilmente passiva, potresti arrenderti.
Sarebbe comprensibile, ma tu non mollare.
Fallo per Tom, certo, ma soprattutto per te stesso e coloro che ami.
D’altra parte, lui si chiama Tom, proprio come una persona qualsiasi.
Ma se lo guardi attentamente scoprirai che non ha nulla di umano.
Perché Tom è solo un pollo infilato nello spiedo a cui si è consegnato da solo…