Mi chiedete troppo
Storie e Notizie N. 1538
Mi chiedete troppo, mi chiedete, cribbio.
Dice, la tipa, dice che all'avvicinarsi del Natale, i marchi di gioielli di lusso si prepareranno, come ogni anno alla consueta abbuffata di denaro.
E allora? Faccio io, senza degnarla di un’occhiata.
Dice, sempre la tipa, dice che magari stavolta vorrò considerare il ruolo di costoro nel sostenere, seppure in maniera indiretta, il genocidio dei Rohingya e unirmi alle decine di migliaia di persone che chiedono ai rivenditori di gioielli di fascia alta di porre fine alle loro relazioni con l'esercito birmano.
Geno che? Ribatto io con il capo e soprattutto la cervice immobile.
Dice, quindi la tipa, dice che per i militari in Birmania, il coinvolgimento nell'enorme esportazione di gemme è un flusso di reddito ingente.
Aggiunge, la tipa, aggiunge che quasi tutte le giade di qualità superiore e il 95% dei rubini del mondo, provengono da quelle parti.
E mi chiedete troppo, ripeto io, troppo, cribbio.
Non affidarmi a roba di quella marca perché vendono le armi dove si ammazzano ogni santo giorno.
E voi non le comprate le armi, cappero.
Non leggere quel giornale, perché dietro c’è quello lì, che è in combutta con quell’altro, che è poi il fratello di lui.
Ma chi li legge più i giornali?
Non ho tempo, cribbio, non ho più tempo, mi chiedete troppo, dico ancora senza sfiorarla con lo sguardo.
Indossa quella maglietta, consiglia lei, perché c’ha la scritta giusta, che aiuta quelli, e poi metti il cappellino con lo stemma, la spilletta di quegli altri e poi tutti in piazza, al freddo, a manifestare per quelli contro loro.
Pure? Oh, ma non è mica colpa mia se queste nobili adunate le facciano sempre il sabato pomeriggio, cribbio.
Io lavoro, dico, e urlo ancora con il capo chino, io lavoro tutta la settimana e avrò diritto ad allungare le gambe nel week end, sbaglio?
Dillo, tipa, sbaglio o no?
Mi chiedete troppo, quest’è.
Dice, ancora la tipa, dice di non gridare con lei.
E con chi dovrei?
Sei te che rompi.
Non andare al cinema a vedere quel film, dice, perché è diseducativo e sfrutta l’ignoranza della gente.
Ma fa ridere, capisci, tipa?
Ho bisogno di ridere, alla fine della giornata, proprio perché voi chiedete troppo.
Non comprare l’auto a benzina e mangia biologico, non sprecare l’acqua e non usare plastica, insiste, la tipa, insiste.
Vai a teatro e leggi libri, acquista solidale e dona agli ultimi, pretende di seguito, come se la misura non fosse già colma.
E' allora che esplodo, malgrado con la testa sempre distratta.
Mi chiedete troppo, tipa, troppo mi chiedete.
Dice, la tipa infine, mi dice, ma perché non mi guardi in viso quando parli?
E come faccio? Replico disperato io.
Mi chiedi troppo, se pensi che possa guardarti negli occhi, e allo stesso tempo, in ordine sparso, aggiornare lo stato su Facebook, rispondere ai trentotto messaggi su ancor di più gruppi di WhatsApp, mettere cortesemente i like richiesti ovunque, seguire e sottoscrivere all’invito di turno, senza interrompere il caricaggio di foto e parole, video e pezzi di me che un po’ alla volta mi stanno cancellando dal mondo.
Mi chiedi troppo, tipa, perché tutto quello che avevo.
L’ho già venduto…
Compra il mio ultimo libro, Carla senza di Noi
Leggi anche il racconto della settimana: Il regalo di Natale dell'imbianchino
Leggi altre storie per riflettere
Ascoltami cantare con la band
Guarda un estratto dello spettacolo Carla senza di Noi
Dice, la tipa, dice che all'avvicinarsi del Natale, i marchi di gioielli di lusso si prepareranno, come ogni anno alla consueta abbuffata di denaro.
E allora? Faccio io, senza degnarla di un’occhiata.
Dice, sempre la tipa, dice che magari stavolta vorrò considerare il ruolo di costoro nel sostenere, seppure in maniera indiretta, il genocidio dei Rohingya e unirmi alle decine di migliaia di persone che chiedono ai rivenditori di gioielli di fascia alta di porre fine alle loro relazioni con l'esercito birmano.
Geno che? Ribatto io con il capo e soprattutto la cervice immobile.
Dice, quindi la tipa, dice che per i militari in Birmania, il coinvolgimento nell'enorme esportazione di gemme è un flusso di reddito ingente.
Aggiunge, la tipa, aggiunge che quasi tutte le giade di qualità superiore e il 95% dei rubini del mondo, provengono da quelle parti.
E mi chiedete troppo, ripeto io, troppo, cribbio.
Non affidarmi a roba di quella marca perché vendono le armi dove si ammazzano ogni santo giorno.
Non leggere quel giornale, perché dietro c’è quello lì, che è in combutta con quell’altro, che è poi il fratello di lui.
Ma chi li legge più i giornali?
Non ho tempo, cribbio, non ho più tempo, mi chiedete troppo, dico ancora senza sfiorarla con lo sguardo.
Indossa quella maglietta, consiglia lei, perché c’ha la scritta giusta, che aiuta quelli, e poi metti il cappellino con lo stemma, la spilletta di quegli altri e poi tutti in piazza, al freddo, a manifestare per quelli contro loro.
Pure? Oh, ma non è mica colpa mia se queste nobili adunate le facciano sempre il sabato pomeriggio, cribbio.
Io lavoro, dico, e urlo ancora con il capo chino, io lavoro tutta la settimana e avrò diritto ad allungare le gambe nel week end, sbaglio?
Dillo, tipa, sbaglio o no?
Mi chiedete troppo, quest’è.
Dice, ancora la tipa, dice di non gridare con lei.
E con chi dovrei?
Sei te che rompi.
Non andare al cinema a vedere quel film, dice, perché è diseducativo e sfrutta l’ignoranza della gente.
Ma fa ridere, capisci, tipa?
Ho bisogno di ridere, alla fine della giornata, proprio perché voi chiedete troppo.
Non comprare l’auto a benzina e mangia biologico, non sprecare l’acqua e non usare plastica, insiste, la tipa, insiste.
Vai a teatro e leggi libri, acquista solidale e dona agli ultimi, pretende di seguito, come se la misura non fosse già colma.
E' allora che esplodo, malgrado con la testa sempre distratta.
Mi chiedete troppo, tipa, troppo mi chiedete.
Dice, la tipa infine, mi dice, ma perché non mi guardi in viso quando parli?
E come faccio? Replico disperato io.
Mi chiedi troppo, se pensi che possa guardarti negli occhi, e allo stesso tempo, in ordine sparso, aggiornare lo stato su Facebook, rispondere ai trentotto messaggi su ancor di più gruppi di WhatsApp, mettere cortesemente i like richiesti ovunque, seguire e sottoscrivere all’invito di turno, senza interrompere il caricaggio di foto e parole, video e pezzi di me che un po’ alla volta mi stanno cancellando dal mondo.
Mi chiedi troppo, tipa, perché tutto quello che avevo.
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