Quando l’aiuto piove dal cielo
Storie e Notizie N. 1536
E’ di ieri la notizia della drammatica operazione di salvataggio da parte della guardia costiera turca nel Mar Egeo di almeno 51 persone che si erano arenate sulle rocce mentre tentavano di attraversare la Grecia.
Quando l’aiuto piove dal cielo…
Quando l’aiuto piove dal cielo.
Noi altri lo vediamo arrivare in anticipo, già.
Perché così viviamo l’attimo.
Con il capo sollevato verso la luce che manca e lo sguardo ansioso di vedere le nubi della mala sorte squarciate da miracolosi scampoli d’umanità solidale.
Quando l’aiuto piove dal cielo, è festa grande, nel cuore e nelle mani protese.
Ma anche quando giunge di lato, o addirittura dal basso.
Capita più spesso di quel che si possa immaginare, sai?
E’ che non fa notizia e neppure storia, oramai.
Al contrario, quando è dai piani alti del vivere che l’empatia si fa carne, be’, è un precedente magico che cambia il racconto di tutti.
Del salvato e del salvatore.
Il primo non può fare a meno di gioire all’idea che ci sia davvero qualcuno, lassù, nel paradiso terrestre, e più che mai terreno, oltre gli invalicabili confini e i muri dell’ultim’ora.
Si palesa dal nulla un virtuoso scenario che dona conforto alle speranze provate dal quotidiano patire.
Allora, vale la pena fidarsi della somiglianza di anima e corpo.
Non saremo perfetti come il resto delle creature, figlie fedeli di madre natura, ma c’è qualcosa ancora sui cui puntare.
Perché quando l’aiuto piove dal cielo, basta poco per definirlo tale.
Financo uno sguardo non ostile è miele per il cuore.
Un sorriso vale un miliardo di possibili momenti di pace comune, leggi pure come la valuta ufficiale degli umani derubati d’orizzonte.
Anche parole che non escludono e con onestà disegnano i contorni dello sconosciuto approdante dalla riva sbagliata suonano gradevoli.
Laddove poi il racconto si fa comprensivo delle inevitabili ragioni altrui, be’, allora grazie.
Che tu scenda o meno dall’olimpo a nord della mera sopravvivenza, noi ti ringraziamo.
Poiché anche questo è aiuto dall’alto.
Nondimeno, è sempre una questione di semplici prospettive e se capovolgi la storia, come il mondo, tutto appare più chiaro.
Quando si aiuta chi è in basso.
Quando si aiuta chi è in basso, rispetto a noi altri, è perché l’abbiamo ricordato in anticipo, consapevoli del rovescio della fortuita medaglia.
Perché così, si vive l’attimo presente, a ogni lato di quest’ultima.
Con il capo sempre attento verso coloro a cui non tornano i conti della luce in eccesso, di cui godiamo solo per presunto diritto di nascita.
Ecco perché qualora si aiuti chi è nel punto più in basso della sorte, è festa grande, nel cuore e nelle mani tese.
E’ così che per noi tutti alto e basso si equivalgono.
E rimane solo ciò che conti davvero.
Noi tutti.
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Leggi anche il racconto della settimana: Vietato sorridere
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Guarda un estratto dello spettacolo Carla senza di Noi
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Quando l’aiuto piove dal cielo…
Quando l’aiuto piove dal cielo.
Noi altri lo vediamo arrivare in anticipo, già.
Perché così viviamo l’attimo.
Con il capo sollevato verso la luce che manca e lo sguardo ansioso di vedere le nubi della mala sorte squarciate da miracolosi scampoli d’umanità solidale.
Ma anche quando giunge di lato, o addirittura dal basso.
Capita più spesso di quel che si possa immaginare, sai?
E’ che non fa notizia e neppure storia, oramai.
Al contrario, quando è dai piani alti del vivere che l’empatia si fa carne, be’, è un precedente magico che cambia il racconto di tutti.
Del salvato e del salvatore.
Il primo non può fare a meno di gioire all’idea che ci sia davvero qualcuno, lassù, nel paradiso terrestre, e più che mai terreno, oltre gli invalicabili confini e i muri dell’ultim’ora.
Si palesa dal nulla un virtuoso scenario che dona conforto alle speranze provate dal quotidiano patire.
Allora, vale la pena fidarsi della somiglianza di anima e corpo.
Non saremo perfetti come il resto delle creature, figlie fedeli di madre natura, ma c’è qualcosa ancora sui cui puntare.
Perché quando l’aiuto piove dal cielo, basta poco per definirlo tale.
Financo uno sguardo non ostile è miele per il cuore.
Un sorriso vale un miliardo di possibili momenti di pace comune, leggi pure come la valuta ufficiale degli umani derubati d’orizzonte.
Anche parole che non escludono e con onestà disegnano i contorni dello sconosciuto approdante dalla riva sbagliata suonano gradevoli.
Laddove poi il racconto si fa comprensivo delle inevitabili ragioni altrui, be’, allora grazie.
Che tu scenda o meno dall’olimpo a nord della mera sopravvivenza, noi ti ringraziamo.
Poiché anche questo è aiuto dall’alto.
Nondimeno, è sempre una questione di semplici prospettive e se capovolgi la storia, come il mondo, tutto appare più chiaro.
Quando si aiuta chi è in basso.
Quando si aiuta chi è in basso, rispetto a noi altri, è perché l’abbiamo ricordato in anticipo, consapevoli del rovescio della fortuita medaglia.
Perché così, si vive l’attimo presente, a ogni lato di quest’ultima.
Con il capo sempre attento verso coloro a cui non tornano i conti della luce in eccesso, di cui godiamo solo per presunto diritto di nascita.
Ecco perché qualora si aiuti chi è nel punto più in basso della sorte, è festa grande, nel cuore e nelle mani tese.
E’ così che per noi tutti alto e basso si equivalgono.
E rimane solo ciò che conti davvero.
Noi tutti.
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