Una scioccante scoperta
Storie e Notizie N. 1511
A Uppsala la più antica università svedese ha individuato caratteri arabi che a quanto pare rappresentano le parole "Allah" e "Alì" intessute in abiti da sepoltura vichinghi.
I ricercatori hanno definito la scoperta di tali incisioni, in argento su tessuti di seta, come sconcertanti.
Eh, ma questo è niente, cari uppsaliani, o come caspita si dice.
Basta seguir la storia…
Udite, udite.
Dall’altra parte del mondo, e soprattutto della rassicurante logica, c’è un’altra università.
Non posso dirvi il nome e neppure quello della cittadina, altrimenti qui si rischia, ragazzi.
Perché la scoperta in questione, non solo fa impallidire quella svedese quasi quanto le gaffe dell’attuale presidente americano qualora messe a confronto con quelle del nostro amato cavaliere, ma potrebbe causare ai ricercatori grane in quantità industriali, vedi attentati, auto attentati, boicottaggi sotto forma di attentati, macellerie messicane sotto forma di sgomberi autorizzati, guerre preventive, pacificanti o difensive, tagli dei fondi, tagli e basta, altri attentati, ma solo per infermità mentale, intrusioni hacker e di ratti, che non influenzeranno le elezioni, ma bene non fanno, ecco.
Siete seduti?
Ottimo, perché qui la roba è forte.
Sembra, anzi sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo e anche un po’ paraculo per il sottoscritto, vedi attentati, intrusioni, ratti, ecc. – che nel suddetto istituto, il più antico della nazione (anche perché l’unico, ma ci marciano), abbiano scoperto e costruito la macchina del tempo.
Bum, esclamerà qualcuno.
See… aggiungerà qualcun altro.
Davvero? Farà un altro ancora.
Ecco, colgo l’occasione per ringraziar di cuore quest’ultimo e tutti i suoi pari.
Altrimenti, come farebbero i balle-narratori di questo mondo a sopravvivere senza costoro?
Con questo non voglio assolutamente mettere in dubbio la veridicità del racconto in oggetto, perlomeno non nel vivo della diretta, cribbio.
D’altra parte, la trama è ancora all’antipasto, poiché la macchina del tempo i ricercatori l’hanno teorizzata e poi assemblata decenni addietro, ma ovviamente non ne hanno parlato finora per le ragioni di cui sopra, cito solo i ratti, per capirci.
“Sperimentiamola prima, colleghi”, ha proposto il capo dell’equipe, figlio di papà, ma orfano di mamma, quindi tollerato. “Il cielo, e soprattutto il magnifico rettore, ci scampino da ciò che potrebbe saltar fuori.”
Così han fatto, i nostri eroici esploratori temporali.
Ne hanno scovati di portenti, sapete?
Roba da far impallidire gli uppsalesi - mi hanno appena messaggiato che si dice così – quasi quanto il quotidiano dolore dei cittadini autoctoni innanzi alla strillata invasione di migranti, qualora messo a confronto con quello di questi ultimi in ogni singolo secondo del viaggio più importante della loro difficile esistenza.
Ciò malgrado, non appena letto l’annuncio dei rivali nordici, i nostri si son detti: “Non possiamo rimanere con le penne in mano.”
Ebbene sì, gli impavidi eredi di AccaGi – come simpaticamente usano chiamare Herbert George Wells, inevitabilmente il loro scrittore preferito – hanno inventato la straordinaria macchina brucia secondi, ma prediligono ancora la biro a scapito della tastiera del pc.
Che volete farci, son bislacchi questi geni.
Così, hanno preso una scoperta ad hoc e l’hanno condivisa sul Crazy Web, una sotto rete dell’intraracconto che si può visitare solo tramite il muletto, non Emule, ma proprio un vero asino, connesso al Wi-Fi tramite coda e orecchie, ma non chiamate la protezione animali, perché la bestiolina è contenta, in quanto può continuare la relazione a distanza che ha da anni con una femmina di koala dagli occhi di cerbiatta, le zampe da gazzella e le labbra… ok, basta con il gossip zoologico.
Gli umani all’orizzonte.
Questo è il titolo della relazione.
Sottotitolo: quando si amano.
Difatti, con la precisa intenzione di far impallidire gli uppsalini – aggiornamento delle 15 e 13 – quasi quanto i sopracitati abitanti del domani qualora venissero a conoscenza delle nostre attuali priorità, i ricercatori senza nome hanno rivelato alcune a dir poco spiazzanti incisioni sugli abiti di un matrimonio.
Nondimeno, non mi riferisco a un’unione in particolare, eccezionale nella sua eccentricità, bensì le festive vesti di una giornata incredibilmente comune, a riprova che lo straordinario di oggi è soltanto una delle innumerevoli normalità del vivere venuta alla luce troppo in anticipo.
Non parole, incise, ma frasi.
Come meravigliosamente diversi, nessuno uguale per paura, tutti differenti per natura.
Una tra tutte, fra le varie, risulterà la più scioccante, per noi, giammai per loro.
Il passato non ci dividerà mai… quanto ci unirà il futuro...
Compra il mio ultimo libro, Tramonto, la favola del figlio di Buio e Luce
Leggi anche il racconto della settimana: L'appuntamento di Maria
Leggi altre storie sulla diversità
Ascolta la mia canzone La libertà
Guarda un estratto del mio spettacolo E' incredibile quello che una piccola luce può fare
A Uppsala la più antica università svedese ha individuato caratteri arabi che a quanto pare rappresentano le parole "Allah" e "Alì" intessute in abiti da sepoltura vichinghi.
I ricercatori hanno definito la scoperta di tali incisioni, in argento su tessuti di seta, come sconcertanti.
Eh, ma questo è niente, cari uppsaliani, o come caspita si dice.
Basta seguir la storia…
Udite, udite.
Dall’altra parte del mondo, e soprattutto della rassicurante logica, c’è un’altra università.
Non posso dirvi il nome e neppure quello della cittadina, altrimenti qui si rischia, ragazzi.
Perché la scoperta in questione, non solo fa impallidire quella svedese quasi quanto le gaffe dell’attuale presidente americano qualora messe a confronto con quelle del nostro amato cavaliere, ma potrebbe causare ai ricercatori grane in quantità industriali, vedi attentati, auto attentati, boicottaggi sotto forma di attentati, macellerie messicane sotto forma di sgomberi autorizzati, guerre preventive, pacificanti o difensive, tagli dei fondi, tagli e basta, altri attentati, ma solo per infermità mentale, intrusioni hacker e di ratti, che non influenzeranno le elezioni, ma bene non fanno, ecco.
Siete seduti?
Ottimo, perché qui la roba è forte.
Sembra, anzi sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo e anche un po’ paraculo per il sottoscritto, vedi attentati, intrusioni, ratti, ecc. – che nel suddetto istituto, il più antico della nazione (anche perché l’unico, ma ci marciano), abbiano scoperto e costruito la macchina del tempo.
Bum, esclamerà qualcuno.
See… aggiungerà qualcun altro.
Davvero? Farà un altro ancora.
Ecco, colgo l’occasione per ringraziar di cuore quest’ultimo e tutti i suoi pari.
Altrimenti, come farebbero i balle-narratori di questo mondo a sopravvivere senza costoro?
Con questo non voglio assolutamente mettere in dubbio la veridicità del racconto in oggetto, perlomeno non nel vivo della diretta, cribbio.
D’altra parte, la trama è ancora all’antipasto, poiché la macchina del tempo i ricercatori l’hanno teorizzata e poi assemblata decenni addietro, ma ovviamente non ne hanno parlato finora per le ragioni di cui sopra, cito solo i ratti, per capirci.
“Sperimentiamola prima, colleghi”, ha proposto il capo dell’equipe, figlio di papà, ma orfano di mamma, quindi tollerato. “Il cielo, e soprattutto il magnifico rettore, ci scampino da ciò che potrebbe saltar fuori.”
Così han fatto, i nostri eroici esploratori temporali.
Ne hanno scovati di portenti, sapete?
Roba da far impallidire gli uppsalesi - mi hanno appena messaggiato che si dice così – quasi quanto il quotidiano dolore dei cittadini autoctoni innanzi alla strillata invasione di migranti, qualora messo a confronto con quello di questi ultimi in ogni singolo secondo del viaggio più importante della loro difficile esistenza.
Ciò malgrado, non appena letto l’annuncio dei rivali nordici, i nostri si son detti: “Non possiamo rimanere con le penne in mano.”
Ebbene sì, gli impavidi eredi di AccaGi – come simpaticamente usano chiamare Herbert George Wells, inevitabilmente il loro scrittore preferito – hanno inventato la straordinaria macchina brucia secondi, ma prediligono ancora la biro a scapito della tastiera del pc.
Che volete farci, son bislacchi questi geni.
Così, hanno preso una scoperta ad hoc e l’hanno condivisa sul Crazy Web, una sotto rete dell’intraracconto che si può visitare solo tramite il muletto, non Emule, ma proprio un vero asino, connesso al Wi-Fi tramite coda e orecchie, ma non chiamate la protezione animali, perché la bestiolina è contenta, in quanto può continuare la relazione a distanza che ha da anni con una femmina di koala dagli occhi di cerbiatta, le zampe da gazzella e le labbra… ok, basta con il gossip zoologico.
Gli umani all’orizzonte.
Questo è il titolo della relazione.
Sottotitolo: quando si amano.
Difatti, con la precisa intenzione di far impallidire gli uppsalini – aggiornamento delle 15 e 13 – quasi quanto i sopracitati abitanti del domani qualora venissero a conoscenza delle nostre attuali priorità, i ricercatori senza nome hanno rivelato alcune a dir poco spiazzanti incisioni sugli abiti di un matrimonio.
Nondimeno, non mi riferisco a un’unione in particolare, eccezionale nella sua eccentricità, bensì le festive vesti di una giornata incredibilmente comune, a riprova che lo straordinario di oggi è soltanto una delle innumerevoli normalità del vivere venuta alla luce troppo in anticipo.
Non parole, incise, ma frasi.
Come meravigliosamente diversi, nessuno uguale per paura, tutti differenti per natura.
Una tra tutte, fra le varie, risulterà la più scioccante, per noi, giammai per loro.
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