La parte migliore di noi
Storie e Notizie N. 1509
Il prossimo 15 ottobre ci saranno le elezioni in Austria e il paese sembra stia puntando decisamente a destra, con l’agenda politica incentrata in prevalenza sull’immigrazione e l’Islam, soprattutto a causa della pressante, monotona e chirurgica opera di persuasione delle coalizioni xenofobe.
Niente di nuovo, ovviamente, dato che da decenni è ormai questa la comune narrazione delle campagne elettorali quasi in gran parte del mondo.
C’era una volta un tavolo.
Un tavolo ricoperto oramai del tutto da frasi sconnesse con la realtà e deliranti obbrobri semantici comprovati dalla tanto abusata opinione popolare.
Da racconti inventati e manipolati a tal punto da sembrar notizie.
Fuse con astuta ignoranza in una confusa, immaginaria bacheca, dove tutti posson scriver tutto, purché sia strillabile.
Ecco, fammi un favore, fatti, un favore.
Alzati dalla digitale sedia elettrica a basso, ma costante voltaggio, alla quale ti hanno, ti sei, condannato e allontanati per un istante.
Trova una scusa per il tuo carceriere, il piccolo grande fratello che sa barar così bene sull’altezza.
Un pretesto qualsiasi, fingi un malore, una necessità impellente, umana.
Sì, qualcosa di umano credo sarà perfetto.
Indietreggia e guarda con me, da lontano, cosa sta accadendo sul tabellone di questo scontato gioco di vite e parole.
Dove le vite altrui contano come parole e le parole che riguardano vita anche di meno.
Per concentrarti, se preferisci, mantieni pure le cuffie.
Ma che sia musica, solo strumentale, niente voci, solo note, che non hanno mai ucciso nessuno.
Talvolta, addirittura salvato.
Ecco.
Lo vedi, adesso?
Lo vedi cosa fa il nemico che alberga in noi?
Lo riconosci, adesso, il trucco?
E’ sempre lo stesso, no?
Ovunque e da sempre non cambia.
L’ottuso involucro privo di scrupoli, tanto scaltro quanto arido, guarda dentro di sé e cerca.
Con facilità, nella vacuità del suo essere, solo formalmente vivo, cerca e trova.
La carta maledetta, le ragioni più grette, la causa degenerata e degenerante, la strada più semplice per dare priorità a se stessi, lo slogan meno complicato da pronunciare tra quelli di cui vergognarsi.
Così, inizia proprio così.
Egli prova a sussurrarlo, nel silenzio della propria coscienza pronta per essere smantellata.
Niente.
Nessuna protesta.
Nessuna reazione, ferma e decisa, tale da intimorire quanto basta la voce, ancor prima dell’odio che smercerà.
Allora, il volume si alzerà, ancora e ancora.
Finché non sarà un assordante e mortificante coro.
Dedicato a chi evidentemente non c’era prima.
E ora, più che mai ora, deve tornare alla luce.
Perché è così che funziona, la parte peggiore di noi.
Farà di tutto per distruggerci.
Finché non si leverà tonante.
Quella migliore...
Compra il mio ultimo libro, Tramonto, la favola del figlio di Buio e Luce
Leggi anche il racconto della settimana: L'appuntamento di Maria
Leggi altre storie sulla vita
Ascolta la mia canzone La libertà
Guarda un estratto del mio spettacolo E' incredibile quello che una piccola luce può fare
Il prossimo 15 ottobre ci saranno le elezioni in Austria e il paese sembra stia puntando decisamente a destra, con l’agenda politica incentrata in prevalenza sull’immigrazione e l’Islam, soprattutto a causa della pressante, monotona e chirurgica opera di persuasione delle coalizioni xenofobe.
Niente di nuovo, ovviamente, dato che da decenni è ormai questa la comune narrazione delle campagne elettorali quasi in gran parte del mondo.
C’era una volta un tavolo.
Un tavolo ricoperto oramai del tutto da frasi sconnesse con la realtà e deliranti obbrobri semantici comprovati dalla tanto abusata opinione popolare.
Da racconti inventati e manipolati a tal punto da sembrar notizie.
Fuse con astuta ignoranza in una confusa, immaginaria bacheca, dove tutti posson scriver tutto, purché sia strillabile.
Alzati dalla digitale sedia elettrica a basso, ma costante voltaggio, alla quale ti hanno, ti sei, condannato e allontanati per un istante.
Trova una scusa per il tuo carceriere, il piccolo grande fratello che sa barar così bene sull’altezza.
Un pretesto qualsiasi, fingi un malore, una necessità impellente, umana.
Sì, qualcosa di umano credo sarà perfetto.
Indietreggia e guarda con me, da lontano, cosa sta accadendo sul tabellone di questo scontato gioco di vite e parole.
Dove le vite altrui contano come parole e le parole che riguardano vita anche di meno.
Per concentrarti, se preferisci, mantieni pure le cuffie.
Ma che sia musica, solo strumentale, niente voci, solo note, che non hanno mai ucciso nessuno.
Talvolta, addirittura salvato.
Ecco.
Lo vedi, adesso?
Lo vedi cosa fa il nemico che alberga in noi?
Lo riconosci, adesso, il trucco?
E’ sempre lo stesso, no?
Ovunque e da sempre non cambia.
L’ottuso involucro privo di scrupoli, tanto scaltro quanto arido, guarda dentro di sé e cerca.
Con facilità, nella vacuità del suo essere, solo formalmente vivo, cerca e trova.
La carta maledetta, le ragioni più grette, la causa degenerata e degenerante, la strada più semplice per dare priorità a se stessi, lo slogan meno complicato da pronunciare tra quelli di cui vergognarsi.
Così, inizia proprio così.
Egli prova a sussurrarlo, nel silenzio della propria coscienza pronta per essere smantellata.
Niente.
Nessuna protesta.
Nessuna reazione, ferma e decisa, tale da intimorire quanto basta la voce, ancor prima dell’odio che smercerà.
Allora, il volume si alzerà, ancora e ancora.
Finché non sarà un assordante e mortificante coro.
Dedicato a chi evidentemente non c’era prima.
E ora, più che mai ora, deve tornare alla luce.
Perché è così che funziona, la parte peggiore di noi.
Farà di tutto per distruggerci.
Finché non si leverà tonante.
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