Quando l’acqua sale

Storie e Notizie N. 1504

Il Fondo Monetario Internazionale ha invitato i paesi più ricchi a fare di più per aiutare le nazioni povere ad affrontare i cambiamenti climatici – dei quali sono il più delle volte primi responsabili – altrimenti, una crescita globale più debole e flussi migratori più elevati saranno inevitabili.
Nel frattempo, in luoghi come il Bangladesh, le leggi della natura perdono il senno e sconvolgono famiglie e case.
La porta è aria, il soffitto è cielo e il pavimento è acqua…





Guardiamolo insieme, il quadro temporaneamente rubato.
Chintan osserva di rimando oltre i confini di quest’ultimo ed è giustamente preoccupato.
La mamma di tutti e tutto, Dhara, continua come se niente fosse a occuparsi di nutrire affetti e speranze.
La figlia più grande, Sati, studia sua madre, studia da madre, studia come sopravvivere a se stessa.
Il piccolo di casa, Ahir, fissa anch’egli il mondo al di là del lato deformato dello specchio, così come la sorellina maggiore Padma.
Nondimeno, di stati d’animo e luce differenti è intessuto il loro sguardo.
Tocca a Chintan il fondamentale compito di aggiungere la decisiva dimensione all’apparente inerzia dell’immagine.
A ricordarci che la foto racconta vita vera, malgrado la scarsa risoluzione dell’empatia vigente.
“Cosa facciamo se l’acqua sale?”
Dhara ascolta, ma sceglie di non rispondere.
Ovvero, lo fa nell’unico agire che le sembra sensato, lezione di genitore e umano consapevole, leggi pure come non smettere mai di perseguire le quotidiane priorità.
Anche Sati replica a suo modo.
La ragazza che studia il passato conferma la scelta, poiché confida in esso per affrontare ogni ostacolo che potrà mettere in dubbio presente e futuro. Tu sei via maestra, madre, e il tuo cibo è scuola eterna.
Padma sembra proprio ignorare la comprensibile domanda.
Forse è proprio così, magari no.
Non conta, sai?
Perché è probabile che ogni quesito, tutti i dubbi dell’umanità maggiore di numero e minore di valuta corrente, si fondano insieme nel bruciante interrogativo con il quale oltrepassa fiera lo schermo che da lei ci divide.
Io vi vedo, in breve.
L’unico a unire parola a parola, nel rituale silenzio di quella meravigliosa dimostrazione di tenacia familiare, è il più giovane.
“Se l’acqua sale mangeremo in cima alla casa”, risponde Ahir senza smettere di confondere la disperazione dell’attimo con un sorriso.
Magia preziosa che un giorno gli salverà la vita, il giorno dopo e l’altro pure.
“E se l’acqua sale ancora?” insiste Chintan accettando la sfida.
“Mangeremo sulle nuvole”, spiega puntuale il primo, come se fosse domanda perfino più facile.
“E se le nuvole si infrangono e divengono pioggia?”
“Mangeremo dove la pioggia ci porterà.”
“E se il vento la spazza via?”
“Mangeremo volando.”
“E se il vento non si ferma più?”
“Allora, vorrà dire che mangeremo per sempre.”
Il leggiadro disegno di labbra sul volto di Ahir si fa più intenso, sicuro di aver vinto la contesa, e il fratello ne asseconda il trionfo, premuroso di non frantumare la metà piena della sua fantasia.
Qualità preziosa che un giorno gli salverà la vita dal moderno cinismo da poltrona.
In ogni caso, la goliardica diatriba viene interrotta dalla madre.
Il pasto è pronto per esser consumato e presto dimenticato, per essere immuni ai dispetti del giorno che seguirà.
Tuttavia, oggi, rendiamo grazie a questi doni.
Che sia benedetto il tavolo e quella parte di terra che ancora ci sorregge.


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