Storie per riflettere: liquido infiammabile
Storie e Notizie N. 1468
Tre sorelle, rispettivamente di 4, 8 e 20 anni sono morte in un camper in sosta alla periferia di Roma a causa di un incendio doloso. Scoperti residui di liquido infiammabile nei pressi, la procura sta indagando con l’accusa di omicidio volontario.
Fin qui, le reazioni di chi apprende tale orrenda notizia tra la popolazione nostrana potrebbero essere relativamente identiche o molto simili, a meno che non si specifichi che si tratta di giovani Rom…
C’era una volta una sostanza.
Un liquido, già, ma non figurarti nulla di leggero o trasparente, minimamente paragonabile a sua perfezione l’acqua.
Immagina una quantità abnorme di tale miscuglio, una melma maleodorante.
Un mare, anzi, un oceano.
Ovvero, laddove esista da qualche parte, financo negli incubi meno censurati della psiche più traviata, una massa informe di maggior grandezza e al contempo nefandezza, fa’ che sia lei, dipingila come tale nella tua mente.
Affinché tu la tema per ciò che è.
Al punto da iniziare a preoccuparti e a darti da fare sin dal conclusivo punto di questa brutta storia.
Come massa informe, oceano, mare che dir si voglia, si nutre anch’essa dei suoi maledetti affluenti, più o meno consapevoli.
Fiumi dannati, che sgorgano di continuo, anche ora, ovunque, alla malata ricerca di unirsi agli altri in quest’orgia di celebrata disumanità.
Già, perché nel terzo millennio la vergogna è un valore e il valore, quello vero, qualcosa di cui vergognarsi.
Liquido è il peccato, signore e signori, come omicida è il gesto che ha materialmente ucciso, ma non si tratta di qualche goccia sull’asfalto.
Rendiamo almeno l’onore della franchezza a tre poverette e tutte le altre esistenze cancellate anzitempo dall’egoistico racconto comune.
La terribile miscela è ben più vasta.
Si alimenta con le penne lorde di sangue dei trucidatori di interi popoli, a colpi di incessanti, criminali generalizzazioni e discriminazioni, sotto forma di comode maschere, che puoi chiamare politici, opinionisti, giornalisti, titolisti, articolisti, reporter, redattori e quant’altro.
Si gonfia grazie alla fenomenale vigliaccheria di creature dalla statura infinitesimale, condannati dalla propria inguaribile ignoranza all’illusione di allontanarsi dalla propria miseria anche solo per una frazione di secondo, gettando il peggio che hanno nel petto addosso al bersaglio più fragile nello schermo.
Anche in questo preciso momento, se presti ascolto, coglierai il digitare frenetico sui tasti di entrambe le categorie, al medesimo ritmo del battito di un cuore che non riesce a smettere di aver paura.
Di se stesso.
Si imputridisce per merito del silenzio, dell’assordante silenzio dei buoni della domenica e dei paladini delle cause già vinte, dei turisti della campagna di sensibilizzazione a giorni alterni e dei manifestanti a condizione che si sia in tanti.
Perché ripetiamolo, ripetiamolo chiaro una volta per tutte: vi sono al mondo categorie di sconfitti che hai solo da perderci a metterti sulla linea di fuoco. Solo nel caso tu compia tale scomoda scelta riesci a capire chi sia davvero con te, chi c’era sul serio, prima, e chi ci sarà dopo, quando l’odore dei morti sarà solo un ricordo.
C’era una volta un liquido, quindi.
Un liquido infiammabile, certo.
Sembra scomparire quando prende fuoco.
Ma ce n’è così tanto, intorno a noi.
Che ci stiamo letteralmente.
Nuotando...
Compra il mio ultimo libro, Tramonto, la favola del figlio di Buio e Luce
Leggi anche il racconto della settimana: Corrado il pazzo
Leggi altre storie per riflettere
Ascolta la mia canzone La libertà
Guarda un estratto del mio ultimo spettacolo Curami
Tre sorelle, rispettivamente di 4, 8 e 20 anni sono morte in un camper in sosta alla periferia di Roma a causa di un incendio doloso. Scoperti residui di liquido infiammabile nei pressi, la procura sta indagando con l’accusa di omicidio volontario.
Fin qui, le reazioni di chi apprende tale orrenda notizia tra la popolazione nostrana potrebbero essere relativamente identiche o molto simili, a meno che non si specifichi che si tratta di giovani Rom…
C’era una volta una sostanza.
Un liquido, già, ma non figurarti nulla di leggero o trasparente, minimamente paragonabile a sua perfezione l’acqua.
Un mare, anzi, un oceano.
Ovvero, laddove esista da qualche parte, financo negli incubi meno censurati della psiche più traviata, una massa informe di maggior grandezza e al contempo nefandezza, fa’ che sia lei, dipingila come tale nella tua mente.
Affinché tu la tema per ciò che è.
Al punto da iniziare a preoccuparti e a darti da fare sin dal conclusivo punto di questa brutta storia.
Come massa informe, oceano, mare che dir si voglia, si nutre anch’essa dei suoi maledetti affluenti, più o meno consapevoli.
Fiumi dannati, che sgorgano di continuo, anche ora, ovunque, alla malata ricerca di unirsi agli altri in quest’orgia di celebrata disumanità.
Già, perché nel terzo millennio la vergogna è un valore e il valore, quello vero, qualcosa di cui vergognarsi.
Liquido è il peccato, signore e signori, come omicida è il gesto che ha materialmente ucciso, ma non si tratta di qualche goccia sull’asfalto.
Rendiamo almeno l’onore della franchezza a tre poverette e tutte le altre esistenze cancellate anzitempo dall’egoistico racconto comune.
La terribile miscela è ben più vasta.
Si alimenta con le penne lorde di sangue dei trucidatori di interi popoli, a colpi di incessanti, criminali generalizzazioni e discriminazioni, sotto forma di comode maschere, che puoi chiamare politici, opinionisti, giornalisti, titolisti, articolisti, reporter, redattori e quant’altro.
Si gonfia grazie alla fenomenale vigliaccheria di creature dalla statura infinitesimale, condannati dalla propria inguaribile ignoranza all’illusione di allontanarsi dalla propria miseria anche solo per una frazione di secondo, gettando il peggio che hanno nel petto addosso al bersaglio più fragile nello schermo.
Anche in questo preciso momento, se presti ascolto, coglierai il digitare frenetico sui tasti di entrambe le categorie, al medesimo ritmo del battito di un cuore che non riesce a smettere di aver paura.
Di se stesso.
Si imputridisce per merito del silenzio, dell’assordante silenzio dei buoni della domenica e dei paladini delle cause già vinte, dei turisti della campagna di sensibilizzazione a giorni alterni e dei manifestanti a condizione che si sia in tanti.
Perché ripetiamolo, ripetiamolo chiaro una volta per tutte: vi sono al mondo categorie di sconfitti che hai solo da perderci a metterti sulla linea di fuoco. Solo nel caso tu compia tale scomoda scelta riesci a capire chi sia davvero con te, chi c’era sul serio, prima, e chi ci sarà dopo, quando l’odore dei morti sarà solo un ricordo.
C’era una volta un liquido, quindi.
Un liquido infiammabile, certo.
Sembra scomparire quando prende fuoco.
Ma ce n’è così tanto, intorno a noi.
Che ci stiamo letteralmente.
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