Storie di donne: l’ultima festa di Miriam
Storie e Notizie N. 1470
Miriam Rodriguez, attivista e madre impegnata nella ricerca di persone scomparse nello Stato di Tamaulipas, Messico, è stata assassinata lo scorso mercoledì.
Nel giorno della ricorrenza messicana della festa della mamma.
Questa è la storia dell’ultima e di tutte le altre…
Auguri, madre.
Salute a te, nell’ultimo giorno a te dedicato.
E in quelli a venire.
Soprattutto questi ultimi.
Perché il pensiero che omaggi davvero il nome e la storia di qualcuno è composto di materia unica e speciale.
Vi trovi l’eco di una voce che vibra e si emoziona esclamando il giusto, laddove un moderato e accorato silenzio è il vestito più in voga nei compagni di viaggio.
Il riverbero della luce di uno sguardo attento e curioso, pronto a scandagliare i tratti ignorati dalla nostra posticcia dignità, malgrado siano spesso maggiormente in superficie.
Più di ogni altra cosa, i profondi solchi sulla via comune impressi da chi è disposto a rischiare ogni passo seguente pur di dare un senso a quelle stesse tracce.
Dopo tutto, cos’altro è la vita se non lasciare un segno che valga la pena il viaggio?
Onore, a te, mamma dei figli naturali e di quelli cancellati dall’orrenda sceneggiatura umana.
Il tuo abbraccio è stato un dono che non serve scartare.
Poiché colei che stringe al petto la verità, e da quest’ultima si lascia sopraffare, danza libera come anima senza veli in un teatro privo di porte.
Ci sono stati giorni in cui il coraggio e l’onestà erano sotto i nostri occhi.
E in uno di essi tu eri la diva della compagnia, amica mia.
Se solo i titoli sul cartellone fossero stati meno imprecisi.
Se solo ci fosse stata più attenzione per i personaggi dal profilo spigoloso e testardo, forse saresti ancora qua.
A ogni modo, celebriamo insieme la tua festa, Miriam.
L’ultima possibile.
Per una creatura dalla maternità cocciuta, nobile peculiarità delle donne che sono disposte a tutto finché al mondo ci saranno esistenze escluse da adottare.
E’ così, vero?
E’ così che lo sconosciuto diventa carne della carne.
E che il fratello lontano diviene l’istesso.
Che la vita fuori della porta entra direttamente dalla tua.
E che la vittima dalle ferite ancora sanguinanti la prima di una lista senza fine.
Da proteggere e vendicare.
Senza soluzione di continuità.
Perché proteggere è vendicare, nell’accezione migliore, peraltro.
E’ solo l’avvantaggiarsi sul lavoro tipico delle mamme.
Madre, felice festa, quindi.
Se ultima è stata, che tale sia per sempre, con tutta la musica e gli addobbi.
Senza il bisogno di toccar nulla, il giorno seguente.
Perché, da domani, sarà la festa di tutti i tuoi numerosi figli, legittimi o meno.
Con l’obbligo di continuare a lottare anche per te.
Compra il mio ultimo libro, Tramonto, la favola del figlio di Buio e Luce
Leggi anche il racconto della settimana: Corrado il pazzo
Leggi altre storie di donne
Ascolta la mia canzone La libertà
Guarda un estratto del mio ultimo spettacolo Curami
Miriam Rodriguez, attivista e madre impegnata nella ricerca di persone scomparse nello Stato di Tamaulipas, Messico, è stata assassinata lo scorso mercoledì.
Nel giorno della ricorrenza messicana della festa della mamma.
Questa è la storia dell’ultima e di tutte le altre…
Auguri, madre.
Salute a te, nell’ultimo giorno a te dedicato.
E in quelli a venire.
Soprattutto questi ultimi.
Vi trovi l’eco di una voce che vibra e si emoziona esclamando il giusto, laddove un moderato e accorato silenzio è il vestito più in voga nei compagni di viaggio.
Il riverbero della luce di uno sguardo attento e curioso, pronto a scandagliare i tratti ignorati dalla nostra posticcia dignità, malgrado siano spesso maggiormente in superficie.
Più di ogni altra cosa, i profondi solchi sulla via comune impressi da chi è disposto a rischiare ogni passo seguente pur di dare un senso a quelle stesse tracce.
Dopo tutto, cos’altro è la vita se non lasciare un segno che valga la pena il viaggio?
Onore, a te, mamma dei figli naturali e di quelli cancellati dall’orrenda sceneggiatura umana.
Il tuo abbraccio è stato un dono che non serve scartare.
Poiché colei che stringe al petto la verità, e da quest’ultima si lascia sopraffare, danza libera come anima senza veli in un teatro privo di porte.
Ci sono stati giorni in cui il coraggio e l’onestà erano sotto i nostri occhi.
E in uno di essi tu eri la diva della compagnia, amica mia.
Se solo i titoli sul cartellone fossero stati meno imprecisi.
Se solo ci fosse stata più attenzione per i personaggi dal profilo spigoloso e testardo, forse saresti ancora qua.
A ogni modo, celebriamo insieme la tua festa, Miriam.
L’ultima possibile.
Per una creatura dalla maternità cocciuta, nobile peculiarità delle donne che sono disposte a tutto finché al mondo ci saranno esistenze escluse da adottare.
E’ così, vero?
E’ così che lo sconosciuto diventa carne della carne.
E che il fratello lontano diviene l’istesso.
Che la vita fuori della porta entra direttamente dalla tua.
E che la vittima dalle ferite ancora sanguinanti la prima di una lista senza fine.
Da proteggere e vendicare.
Senza soluzione di continuità.
Perché proteggere è vendicare, nell’accezione migliore, peraltro.
E’ solo l’avvantaggiarsi sul lavoro tipico delle mamme.
Madre, felice festa, quindi.
Se ultima è stata, che tale sia per sempre, con tutta la musica e gli addobbi.
Senza il bisogno di toccar nulla, il giorno seguente.
Perché, da domani, sarà la festa di tutti i tuoi numerosi figli, legittimi o meno.
Con l’obbligo di continuare a lottare anche per te.
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