Storie d’amore: il figlio della persona più vecchia del mondo
Storie e Notizie N. 1459
Harold Fairweather è morto ieri a 97 anni nella città di Duanvale, in Jamaica, due giorni dopo che sua madre Violet Brown è stata dichiarata la persona più vecchia del mondo, 117 anni.
Un finale vittorioso, per certi versi…
Madre.
Cara madre, so che è irrituale, me ne rendo conto.
Le regole del racconto vivente esigono tutt’altro
esito.
La tempistica è regina, quanto lo sei stata tu nel mio cuore e ora per il mondo intero.
Proprio in materia di tempo, guarda un po’ quanto è beffardo il destino.
Che va a premiare e portare sul podio più alto la figlia di una zona povera del pianeta, rendendola sovrana incontrastata del mito più ambito dai danarosi di questo mondo.
Quello di guardarsi alle spalle e vedere tutti gli altri arrancare a passi sofferti o sfrecciare invano a bordo di fuoriserie scintillanti.
Nondimeno, la norma che colpevolmente è stata infranta è ben altra e io, solo io, ne sono responsabile.
Madre.
Perdona l’inaspettata violazione del protocollo, adorata mamma, ma ho scelto di lasciare la scena prima del dovuto.
Prima di te, in breve.
Perché questo sei o dovresti essere.
La preziosa, divina e al contempo materna terra in cui sbocciare e germogliare tra luce e calore.
La condizione indispensabile perché il più sottovalutato tra i miracoli si ripeta ancora una volta.
In una parola, vita.
Madre.
Non piangere, madre, sorridi invece.
Perché questo è il momento di allungare labbra e braccia all’umanità più giovane, la meno protetta e guidata, la parte più vulnerabile e meno prevedibile della nostra confusa compagnia errante.
Santo è il messaggio che diffondi.
Possiamo vincere, da queste parti.
Possiamo essere in cima a ogni classifica anche con poco.
Possiamo suscitare invidia in chi nutra solo quest’ultima e donare sollievo a chi, ancora oggi, si sia perso alla strenua ricerca di speranza.
Grazie di aver sorpreso le masse smarrite, dimostrando loro che la storia può essere riscritta in qualsiasi momento.
E che tu sia vivo o morto, che tu abbandoni le luci o risplenda sotto di esse il risultato rimane immutato.
Noi vinciamo perché tu vinci, madre.
Io ho vinto, con te, anima mia.
Perché voltandomi, anch’io ho sorriso.
Felice di esser stato il figlio.
Della donna più vecchia del mondo...
Compra il mio ultimo libro, Tramonto, la favola del figlio di Buio e Luce
Leggi anche il racconto della settimana: Io vedo di più
Leggi altre storie d'amore
Ascolta la mia canzone La libertà
Guarda un estratto del mio ultimo spettacolo Curami
Harold Fairweather è morto ieri a 97 anni nella città di Duanvale, in Jamaica, due giorni dopo che sua madre Violet Brown è stata dichiarata la persona più vecchia del mondo, 117 anni.
Un finale vittorioso, per certi versi…
Madre.
Cara madre, so che è irrituale, me ne rendo conto.
Le regole del racconto vivente esigono tutt’altro
La tempistica è regina, quanto lo sei stata tu nel mio cuore e ora per il mondo intero.
Proprio in materia di tempo, guarda un po’ quanto è beffardo il destino.
Che va a premiare e portare sul podio più alto la figlia di una zona povera del pianeta, rendendola sovrana incontrastata del mito più ambito dai danarosi di questo mondo.
Quello di guardarsi alle spalle e vedere tutti gli altri arrancare a passi sofferti o sfrecciare invano a bordo di fuoriserie scintillanti.
Nondimeno, la norma che colpevolmente è stata infranta è ben altra e io, solo io, ne sono responsabile.
Madre.
Perdona l’inaspettata violazione del protocollo, adorata mamma, ma ho scelto di lasciare la scena prima del dovuto.
Prima di te, in breve.
Perché questo sei o dovresti essere.
La preziosa, divina e al contempo materna terra in cui sbocciare e germogliare tra luce e calore.
La condizione indispensabile perché il più sottovalutato tra i miracoli si ripeta ancora una volta.
In una parola, vita.
Madre.
Non piangere, madre, sorridi invece.
Perché questo è il momento di allungare labbra e braccia all’umanità più giovane, la meno protetta e guidata, la parte più vulnerabile e meno prevedibile della nostra confusa compagnia errante.
Santo è il messaggio che diffondi.
Possiamo vincere, da queste parti.
Possiamo essere in cima a ogni classifica anche con poco.
Possiamo suscitare invidia in chi nutra solo quest’ultima e donare sollievo a chi, ancora oggi, si sia perso alla strenua ricerca di speranza.
Grazie di aver sorpreso le masse smarrite, dimostrando loro che la storia può essere riscritta in qualsiasi momento.
E che tu sia vivo o morto, che tu abbandoni le luci o risplenda sotto di esse il risultato rimane immutato.
Noi vinciamo perché tu vinci, madre.
Io ho vinto, con te, anima mia.
Perché voltandomi, anch’io ho sorriso.
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