Storie di immigrati: di che colore sono?
Storie e Notizie N. 1438
I corpi di almeno 74 persone, che si ritengono essere migranti, sono stati trovati sulla costa libica in seguito all’ennesima tragedia del mare per la gente in fuga verso l'Europa per sfuggire alla guerra e alla povertà.
Secondo consuetudine, i defunti sono stati coperti.
Come si fa con le storie ingombranti, a meno che la vicenda o i personaggi decidano di spiazzare il lettore...
C’era una volta una notizia.
Costei si fece avanti timidamente, come era accaduto alle precedenti.
Nessuna novità, allorché la corsa sia di solito vinta per arroganza e utilità.
E’ normale che i corridori denudati dal destino, e quindi privi di borsello, rimangano indietro.
Nondimeno, alla fine della gara ci si arriva tutti.
E’ quel che succede dopo che può cambiar tutto, perfino l’ordine sul podio.
Ci sono 74 cadaveri sulla spiaggia, batté l’agenzia.
Ciò malgrado, non diceva altro.
Ma quale spiaggia? Domandò il primo curioso.
E’ importante? Chiese un altro.
In effetti, ammise l’altro.
Saranno migranti, osservò l’esperto di professione.
Sono migranti? Chiese conferma direttamente all’interessata.
Non lo sappiamo, rispose l’agenzia.
Perché? Domandò qualcuno a nome di tutti gli altri.
Perché non si capisce, spiegò la latrice della triste novella.
Perché è dannatamente triste, anzi, è pure orribile, è terrificante e inaccettabile che ciò avvenga, alla stregua di ogni sacrificio inutile di creature nel pieno della vita. Qui lo diciamo e non ci torniamo più.
Come sarebbe a dire che non si capisce? Fu l’inevitabile quesito a seguire.
Se sono neri, sono migranti, spiegò il patito delle fondamentali tonalità cutanee.
Marroni, casomai, precisò un collega, solamente più pignolo.
Non sono marroni, chiarì il diverbio l’agenzia.
Di che colore sono? Intonarono a cappella in molti.
Non si capisce, rispose la funesta messaggera.
Come sarebbe a dire che non si capisce? Recitò il conseguente e monotono interrogativo.
E’ un colore mai visto prima, dichiarò l’agenzia.
Un silenzio interdetto e anche leggermente agitato invase la scena spettatrice, lettrice o solo ascoltatrice.
Alieni? Ipotizzò uno di quelli con la testa perennemente levata verso le stelle, mal celando una crescente emozione.
See, adesso ci mancavano pure i migranti da Marte, fu la battuta del momento.
Alziamo un bel muro intorno all’orbita, fu la proposta del più espulsivo tra i presenti, erroneamente presa per una facezia.
Sono umani, tagliò corto di nuovo la portatrice di disgrazie.
Come fai a dirlo? Chiese il polemico di turno.
Perché hanno cercato di sopravvivere a morte certa, perché non si sono arresi al fato, per quanto crudele e ingiusto, perché hanno deciso di rischiare tutto, pur di restare aggrappati alla propria esistenza, perché hanno scelto l’unica via possibile, perché si sono fidati del mare e del proprio coraggio, perché hanno cercato aiuto dai propri simili, perché di sicuro hanno gioito una volta vista terra e certamente alcuni di loro hanno pianto o solo urlato dentro, di dolore e rabbia, per l’esito amaro quanto l’inizio del racconto, il loro, perché si sono spenti lasciandosi andare sul pianeta che hanno amato in ogni caso, perché malgrado lontana da quella d’origine, la terra accoglie e non respinge, abbraccia e non giudica, perché da umani sono morti.
Sotto gli occhi di altri umani.