Racconti sull'accoglienza: Libertà di espressione spiegata agli alieni
Storie e Notizie N. 1429
In tempi di fake news, post verità e pre balle, diritto all’insulto e professionisti del commento, Storie e Notizie non poteva rimanere indifferente alla mischia.
Anzi, diciamo pure che il seguente è un tentativo di rimanerne fuori…
Siamo nel futuro, signore e signori.
Qui, ora, su questa pagina.
Certo, rammento anch’io che in altre epoche si iniziava una storia in ben altri modi.
C’era una volta, per esempio, ovvero, tanto tempo fa e pure in un regno lontano, lontano, eccetera.
Noi gente del domani cominciamo tutti a raccontare dicendo…
Siamo nel futuro, signore e signori.
Lo facciamo per ricordarci che, per nostra buona sorte, non siamo più nel passato, ecco.
Con tutto il rispetto, ma qua le cose sono ben diverse, cappero, e se sapeste quanto poco basterebbe per… ma non voglio e posso dir nulla, perdonate, altrimenti si ingarbuglia il flusso temporale e noi scompariamo, peraltro il mio terrore infantile mai sconfitto.
Mia madre me lo diceva sempre per ammonirmi.
Mangia tutto, altrimenti ti cambio il passato e scompari.
Una volta stava per farlo sul serio con papà, quando ha scoperto che la tradiva, ma poi ha capito che avrei seguito stessa sorte e allora ha preferito farci sparire entrambi nella maniera tradizionale e hanno divorziato.
Dicevo, siamo nel futuro, signore e signori, ma perdonate, la vicenda che vado a illustrarvi dimostra che noi altri, gente della pagina successiva, abbiamo ancora da imparare.
D’altra parte, malgrado abbiam fatto passi da veri giganti nell’ambito della discriminazione razziale e del rapporto con le diversità, nessuno avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe accaduto all’indomani dell’arrivo di lui.
Il primo extraterrestre atterrato sul nostro pianeta.
Ecco, prima che iniziate a dipingere nella vostra arcaica cervice l’usuale istantanea, con l’astronave grigio metallizzata che emerge tra la nuvole e si staglia nel cielo di una città a caso, basta che sia negli Stati Uniti, con il solito alieno spilungone dal testone pelato, gli occhi a mandorla e le grandi mani protese su di voi, vi fermo subito.
Il primo atterrerà, ovvero precipiterà in quel di Karakorum in Mongolia, con una navicella davvero scarsa, di una tonalità sul giallo paglierino che fa subito pensare al tipico colore dell’urina molto diluita.
Scusate la similitudine forse inopportuna, ma di lavoro faccio il medico e mi occupo prevalentemente di robot incontinenti, una brutta piaga, credetemi, vanno subito in corto, lasciamo perdere, lasciamo.
A ogni modo, il pioniere tra i visitatori delle stelle sarà molto diverso dai cugini letterari e cinematografici, ve lo dico subito.
Una creatura bassotta e obesa, dalla carnagione scura anche più della notte stessa, la sessualità multipla e per giunta confusa, senza documenti e diario di bordo, devoto al dio pulviscolo interstellare, con evidenti segni di squilibrio mentale ma simpatico, di questo gli va reso merito.
Passo al presente, per rendere la cronaca più suggestiva: il tizio, peraltro caratteristica tipica della sua specie, mostra sul volto un’espressione a dir poco sorridente, con occhi e bocca, ma anche orecchie, naso e capelli, mani e gomiti, fianchi e talloni, perché questi esseri esprimono emozioni con ogni singola parte del corpo.
Ora, nel caso specifico, al momento dell’impatto il nostro è stato vittima di un ictus e la paresi allegrotta è solo una delle conseguenze, ma il risultato non cambia, ovvero l’effetto che ha avuto su di me quella faccia sempre contenta.
Tuttavia, come dicevo, anche laggiù, oltre i limiti dei vostri calendari, dobbiamo ancora fare dei passi in avanti per dirci pienamente maturi.
Difatti, non appena le immagini dello straniero venuto dallo spazio si diffondono dappertutto, ovunque la gente possa esprimere il proprio parere compare un numero impressionante e preoccupante di offese e ingiurie nei confronti del nuovo arrivato, soprattutto riguardo al suo aspetto fisico, le sue credenze religiose e le sue intime preferenze, invitandolo a tornare al pianeta suo, cito testualmente.
L’alieno viene a conoscenza delle sgradevoli osservazioni nei suoi confronti e un ambasciatore incaricato di accoglierlo tiene subito a rammentargli che lui per primo, essendo un extraterrestre molto più evoluto di noi, così dicono molti film e altrettante storie di fantascienza, potrà comprendere una delle conseguenze della libertà di espressione.
La creatura, piuttosto perplessa, aggrotta la fronte e smette di sorridere, guarendo all’istante dalla paresi.
Siamo venuti poi a sapere che per loro un dubbio molto acceso è uno dei rimedi più vincenti nei casi di ictus.
Quindi fa un cenno di diniego con la testa, come dire non capisco.
O forse, non è proprio come dici te, umano, traducendo a senso, insomma.
Sempre riportando il succo del messaggio, l’essere risponde di sapere perfettamente cosa sia la libertà di espressione, soprattutto quest’ultima.
Che anche sul suo pianeta gli abitanti si esprimono in miliardi di modi e ognuno ha diritto a farlo in ogni ambito.
Tuttavia, si premura di precisare di non avere idea come la cosa funzioni per noi, ma quando dalle sue parti qualcuno si tira giù i calzoni, libera gli intestini dei personali rifiuti organici e invece che agevolarne lo smaltimento in maniera auspicabilmente silenziosa e inodore, si diletti nello gettare questi ultimi sul primo che gli capiti davanti, non è assolutamente da considerarla una forma di espressione.
Men che meno libera…