Neve a Roma 2017
Storie e Notizie N. 1422
Signore e signori,
ecco a voi la neve, gelido dono del cielo.
Meramente quest’ultimo, per chi ci vede tutto e chi si accontenta di riempire l’occhio e il cuore con le naturali divinità.
No, non sta nevicando, adesso. Non ancora, perlomeno. Nessuna notizia in anteprima, a catturar clic e a lasciare indietro irritazione e delusione.
E’ solo una storia di attesa e timore.
Già, è un classico tra i più trepidanti preludi.
La neve è anche questo.
Un sogno da stringere tra le mani e con cui dar vita ad altri sogni di bianco colorati.
Al contempo, al peggio, la morte nel sonno per i senza tutto.
Se ci pensi, trattasi di paradosso banale e tra i più comuni.
Ciò che è paradiso per alcuni, probabilmente pochi, è l’inverso per tutti gli altri. Le due metà di un mondo sbagliato, ma solo se lo guardi dal lato giusto.
E se provi a mettere le cose a posto, ecco che ti ritrovi a marciare nella direzione errata.
No, non è facile.
Non è affatto evento plausibile che nevichi dove ciò accade di rado.
Così come l’arrivo della pioggia nelle terre bruciate dalla rassegnazione dei nati morenti e il ladrocinio dei furfanti travestiti da nazioni libere.
Tuttavia, anche questa è cosa risaputa. Gettando occhi tra i più piccoli troverai chi non si arrende e aspetta il miracolo terreno.
E allora, se neve dev’essere, che le lacrime del mondo si facciano soffici e pesanti come sovente accade, ma che siano identiche per tutti.
A coprire e congelar tutto, senza discriminare.
Mia candida regina, avvolgi gli occhi di chi vede solo quel che vuol vedere.
Ed è sempre qualcosa da odiare.
Paralizza le mani che stanno per colpire un attimo prima dell’imperdonabile gesto.
E fai lo stesso con l’incomprensibile disumanità che ha spinto a tanto.
Copri anche me, già che ci sei.
E aiutami a raggelare tristezze senza fine, affinché possa disfarmene da esse non visto.
Congela il cittadino e colui che forse non lo sarà mai, adesso, nello stesso quadro.
E con la tua fodera perfetta concilia loro il sonno in questa notte.
Hai visto mai che porti davvero consiglio.
Ricopri le anime indifese alla mercé di questo tempo, nascondile dove nessuno potrà trovarle e, con un pizzico di rivalsa, fai rabbrividire una volta per tutte chi nutre pancia e budella vendendo paure.
Per un istante rendici tutti uguali, tutti bianchi, ma davvero tali, che tranne i fantasmi e i lenzuoli che li adornano, nessuno lo è mai stato davvero.
E mentre siam così, confusi insieme in una gigantesca sfera di panna, mostraci quel variopinto mondo che ignoriamo.
Sotto, dentro.
Ti prego, sogno, dura quanto occorre.
Storia, vivi sino alla fine degna.
E tu, mia dolce neve, sì solo te stessa.
Perché quando ti scioglierai e scomparirai, come ogni volta che un racconto arriva al termine, alcuni se ne andranno con te.
Ma altri, forse pochi, ogni volta che ricorderanno questo folle giorno.
Proveranno calore e nostalgia per ciò che è stato.
E ciò che potrebbe ancora essere…
Compra il mio ultimo libro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti
Leggi anche il racconto della settimana: Mi piace
Leggi altre storie sulla vita
Ascolta la mia canzone La libertà
Guarda un estratto del mio ultimo spettacolo Passeggiando con l'ombra
Signore e signori,
Meramente quest’ultimo, per chi ci vede tutto e chi si accontenta di riempire l’occhio e il cuore con le naturali divinità.
E’ solo una storia di attesa e timore.
Già, è un classico tra i più trepidanti preludi.
La neve è anche questo.
Un sogno da stringere tra le mani e con cui dar vita ad altri sogni di bianco colorati.
Al contempo, al peggio, la morte nel sonno per i senza tutto.
Se ci pensi, trattasi di paradosso banale e tra i più comuni.
Ciò che è paradiso per alcuni, probabilmente pochi, è l’inverso per tutti gli altri. Le due metà di un mondo sbagliato, ma solo se lo guardi dal lato giusto.
E se provi a mettere le cose a posto, ecco che ti ritrovi a marciare nella direzione errata.
No, non è facile.
Non è affatto evento plausibile che nevichi dove ciò accade di rado.
Così come l’arrivo della pioggia nelle terre bruciate dalla rassegnazione dei nati morenti e il ladrocinio dei furfanti travestiti da nazioni libere.
Tuttavia, anche questa è cosa risaputa. Gettando occhi tra i più piccoli troverai chi non si arrende e aspetta il miracolo terreno.
E allora, se neve dev’essere, che le lacrime del mondo si facciano soffici e pesanti come sovente accade, ma che siano identiche per tutti.
A coprire e congelar tutto, senza discriminare.
Mia candida regina, avvolgi gli occhi di chi vede solo quel che vuol vedere.
Ed è sempre qualcosa da odiare.
Paralizza le mani che stanno per colpire un attimo prima dell’imperdonabile gesto.
E fai lo stesso con l’incomprensibile disumanità che ha spinto a tanto.
Copri anche me, già che ci sei.
E aiutami a raggelare tristezze senza fine, affinché possa disfarmene da esse non visto.
Congela il cittadino e colui che forse non lo sarà mai, adesso, nello stesso quadro.
E con la tua fodera perfetta concilia loro il sonno in questa notte.
Hai visto mai che porti davvero consiglio.
Ricopri le anime indifese alla mercé di questo tempo, nascondile dove nessuno potrà trovarle e, con un pizzico di rivalsa, fai rabbrividire una volta per tutte chi nutre pancia e budella vendendo paure.
Per un istante rendici tutti uguali, tutti bianchi, ma davvero tali, che tranne i fantasmi e i lenzuoli che li adornano, nessuno lo è mai stato davvero.
E mentre siam così, confusi insieme in una gigantesca sfera di panna, mostraci quel variopinto mondo che ignoriamo.
Sotto, dentro.
Ti prego, sogno, dura quanto occorre.
Storia, vivi sino alla fine degna.
E tu, mia dolce neve, sì solo te stessa.
Perché quando ti scioglierai e scomparirai, come ogni volta che un racconto arriva al termine, alcuni se ne andranno con te.
Ma altri, forse pochi, ogni volta che ricorderanno questo folle giorno.
Proveranno calore e nostalgia per ciò che è stato.
E ciò che potrebbe ancora essere…
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