Violenza sulle donne nelle favole

Storie e Notizie N. 1413

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è un anniversario creato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, attraverso la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999.
L'Assemblea ha scelto il 25 novembre come giorno della celebrazione e ha esortato le organizzazioni internazionali e i governi a promuovere in quella data eventi e attività rivolte a coinvolgere l'opinione pubblica.
La Giornata per l’eliminazione, già.
Di qualcosa che anche ora.
Aleggia tra noi…
 
Novità: guarda il video o ascolta in versione solo audio
 
Lo sentii dire un giorno a una insegnante di lettere, racconta Maria.
Mica una qualunque, sai?
Disse che la violenza sulle donne comincia da piccoli.
Si insegna da piccoli.
Disse anche, solo il giorno prima, che si impara più da una semplice fiaba che una importante lezione del maestro più colto della terra.
Io dalle fiabe e dalle favole ho imparato assai, prosegue la nostra, dev’essere così.
Perché ne ho lette un po’ e lo amate tutte.
Ma lo sapete che c’è?
Avrei voluto da morire fare qualcosa, essere della partita, insomma.
Perché se c’è una cosa che non mi è mai andata giù è quel che le storie raccontano di noi altre.
Prendi Cappuccetto Rosso.
No, dico, ma quale madre sana di mente decide di mandare una bimba da sola nel bosco, per attraversarlo tutto, sentiero o meno, sapendo che c’è in giro un pericoloso lupo affamato?
“È perché la nonna è malata, ha bisogno di medicine e biscotti...”
Sulla vecchina poi ci torno, ma perché non ci vai tu, mammina?
O perché non papino, già che ci siamo?
A proposito: dove caspita sta il padre?
Se la nonna non è sua madre, bensì la suocera, si potrebbe capire la riluttanza a prendere il cestino e alzare il culo, ma mettere a rischio la vita della figlia per un cattivo rapporto con i parenti acquisiti mi sembra troppo, ecco.
Vorrei esserci stata anch’io in quella famiglia, insomma. Che so, nel ruolo di una cugina, una zia, o anche solo una vicina di casa. Allora sì che tirata d’orecchi a entrambi i genitori.
A ogni modo, passiamo alla nonnina.
Va bene che il tempo passa e la testa non ci sta più come una volta, ma lo sanno anche gli stessi animali feroci del bosco che al giorno d’oggi non bisogna aprire la porta senza prima aver guardato dallo spioncino.
Tra i delinquenti che girano là fuori, poi, il lupo cattivo sarebbe solo uno dei possibili pericoli in agguato e neanche il peggiore.
Organizzerei subito un corso di aggiornamento per la vecchietta.
Ma vogliamo parlare di Biancaneve? E parliamone.
Cioè, parlo con te, regina Grimilde: la vogliamo smettere di farci del male tra di noi donne? Non sei la più bella del reame? E chi te l’ha detto? Lo specchio.
Si chiama specchio, hai capito? È sufficiente leggere sul dizionario, amica mia. Trattasi di sostantivo maschile… e ho detto tutto. Quelli lì non fanno altro che metterci l’una contro l’altra.
Ma pure se fosse: Biancaneve è più bella di te? E va bene, è giovane, ma cosa credi, che sarà così per sempre? Il giorno in cui la chiameranno Pallidaneve o Biancaruga arriverà, senti a me.
Che poi, mentre ci facciamo la guerra, succede sempre che il merito di tutto se lo prendono loro e neanche con un minimo di equità, visto che il vero mazzo se lo sono fatto i nani e poi arriva il bellimbusto con la tutina azzurra e se la cava con un bacetto.
Non c’è giustizia se aspetti che te la regalino, sorella.
Concludo, infatti, con Cenerentola, quella che mi ha sempre mandato di più in bestia.
Una casa, un’intera casa abitata da noi altre. E che fanno queste?
Tre di loro si mettono a torturare la quarta.
Ma che avete nel cervello?
Prima che la situazione degeneri, già mi vedo piombare da loro in veste di consulente familiare, assistente sociale e manager, tutti in una, rivolgendomi alle tre illuse: “Ragazze?” Esclamerei bussando sul capo della matrigna, facendo lo stesso con le sorellastre. “Avete capito come si chiama la favola? C-E-N-E-R-E-N-T-O-L-A! Mica Genoveffa o Anastasia. A chi credete che verrà a dare una mano la fata se non a lei?”
Che poi, stiamo parlando di un’altra donna, inutile dirlo. E inoltre vi siete viste allo specchio? Direi loro, giustappunto.
Potete usare anche quello di Biancaneve, dato che ho convinto la regina a disfarsene.
Piedino o meno, è già scritto che il principe sceglierà Cenerentola a dispetto di voi altre, perfino vestita di stracci.
Perché non fare corpo comune?
Perché non la smettiamo di combatterci l’una contro l’altra?
Tanto la violenza nella vita, come nelle storie, è lì a un passo, ovunque.
È scritta, raccontata e diffusa ogni giorno.
Anche ora, in questo preciso momento.
Restiamo vicine l’una all’altra e scriviamo assieme al vero sesso debole… una favola diversa.



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