Storie sulla diversità: a casa dei piccoli
Storie e Notizie N. 1389
Il premio Nobel per la Chimica quest’anno è andato a Jean-Pierre Sauvage, dell'Università di Strasburgo, Sir J. Fraser Stoddart, della Northwestern University, e Bernard L. Feringa, dell'Università di Groningen per il rispettivo lavoro con le macchine di dimensioni molecolari.
Che bello quando non sono i grandi a vincere…
A casa dei piccoli.
Ecco, ci è voluto un po’, ma adesso lo sanno anche loro.
Perché le belle notizie volano più velocemente verso l’alto, che il contrario.
E vale, ahi loro, il viceversa.
A ogni buon conto, è nano festa, laggiù.
Anzi, là sotto, dove vivono i nano umani.
Da non confondersi con i nani e basta, i quali, sempre ahi loro, son costretti dalla megalomane sceneggiatura delle cose a rivestire il ruolo dei mancati alti.
Nel nano mondo, invece, non esistono tali sopraffazioni metriche.
Sono tutti nano partecipi della comune nanità, da non confondersi con il nanismo, eccetera.
Mi rendo conto che tale picco di gioia nell’esistenza dei nano viventi non faccia a sua volta notizia.
Ovvero, non venga affatto intercettato dai normali media.
In effetti, ci vorrebbe una tale concentrazione nanica da far notizia essa stessa.
In altre parole, una nano telecamera guidata da nano cameramen al comando di nano reporter di nano redazioni al servizio di nano network per amor dei nano esclusi dalla zona macro della vita.
Esistessero, non avrebbe senso questa nano storia.
D’altra parte è giorno di nano gaudio, questo, non perdiamoci in vane, anzi, nane lamentele.
Una nano festa, ripeto.
Niente di dispendioso.
Con pochi nano soldi, che già sono pochi, figurateveli minuscoli.
E con la nano tavola imbandita con nano cibarie e nano bevande.
Lo ammetto, è qui che la felicità dell’attimo potrebbe divenire inevitabilmente coerente.
Una nano felicità, in breve.
Perché saranno pure nano famiglie con a carico nano bambini, ma la fame di questi ultimi si ostina a non seguire il monotono copione.
E’ tutto fuorché piccola, insomma.
E allora ci pensano i nano musicisti e i nano clown, di nano talento, ma cristallino.
Le nano ballerine con una nano energia degna di una formica durante la danza irresistibile per eccellenza, quella dell’accoppiamento contrastato dalle rispettive famiglie.
I nano cantastorie si travestono da giganti.
E tutto, almeno per un nano giorno.
Sembra essere più grande.
Così, preda del nano sogno, ci si dimentica di tutto.
Più che mai dei tanto sopravvalutati centimetri.
Il nano tempo si allunga magicamente.
E tutti insieme, stretti in un solo colossale abbraccio, i nostri aiutano la nano realtà a spedire al tappeto la nano immaginazione.
Perché laddove le nano creature del nano popolo si uniscano tutte insieme, sono e saranno sempre la cosa più grande che c’è.
In tutto il nano universo.
E quel che resta.
Vieni ad ascoltarmi a teatro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti, Sabato 5 Novembre alle 21 al Teatro Planet, Roma.
Leggi anche il racconto della settimana: Siamo come lettere
Leggi altre storie sulla diversità
Ascolta la mia canzone La libertà
Compra il mio ultimo libro, La truffa dei migranti, Tempesta Editore
Il premio Nobel per la Chimica quest’anno è andato a Jean-Pierre Sauvage, dell'Università di Strasburgo, Sir J. Fraser Stoddart, della Northwestern University, e Bernard L. Feringa, dell'Università di Groningen per il rispettivo lavoro con le macchine di dimensioni molecolari.
Che bello quando non sono i grandi a vincere…
A casa dei piccoli.
Perché le belle notizie volano più velocemente verso l’alto, che il contrario.
E vale, ahi loro, il viceversa.
A ogni buon conto, è nano festa, laggiù.
Anzi, là sotto, dove vivono i nano umani.
Da non confondersi con i nani e basta, i quali, sempre ahi loro, son costretti dalla megalomane sceneggiatura delle cose a rivestire il ruolo dei mancati alti.
Nel nano mondo, invece, non esistono tali sopraffazioni metriche.
Sono tutti nano partecipi della comune nanità, da non confondersi con il nanismo, eccetera.
Mi rendo conto che tale picco di gioia nell’esistenza dei nano viventi non faccia a sua volta notizia.
Ovvero, non venga affatto intercettato dai normali media.
In effetti, ci vorrebbe una tale concentrazione nanica da far notizia essa stessa.
In altre parole, una nano telecamera guidata da nano cameramen al comando di nano reporter di nano redazioni al servizio di nano network per amor dei nano esclusi dalla zona macro della vita.
Esistessero, non avrebbe senso questa nano storia.
D’altra parte è giorno di nano gaudio, questo, non perdiamoci in vane, anzi, nane lamentele.
Una nano festa, ripeto.
Niente di dispendioso.
Con pochi nano soldi, che già sono pochi, figurateveli minuscoli.
E con la nano tavola imbandita con nano cibarie e nano bevande.
Lo ammetto, è qui che la felicità dell’attimo potrebbe divenire inevitabilmente coerente.
Una nano felicità, in breve.
Perché saranno pure nano famiglie con a carico nano bambini, ma la fame di questi ultimi si ostina a non seguire il monotono copione.
E’ tutto fuorché piccola, insomma.
E allora ci pensano i nano musicisti e i nano clown, di nano talento, ma cristallino.
Le nano ballerine con una nano energia degna di una formica durante la danza irresistibile per eccellenza, quella dell’accoppiamento contrastato dalle rispettive famiglie.
I nano cantastorie si travestono da giganti.
E tutto, almeno per un nano giorno.
Sembra essere più grande.
Così, preda del nano sogno, ci si dimentica di tutto.
Più che mai dei tanto sopravvalutati centimetri.
Il nano tempo si allunga magicamente.
E tutti insieme, stretti in un solo colossale abbraccio, i nostri aiutano la nano realtà a spedire al tappeto la nano immaginazione.
Perché laddove le nano creature del nano popolo si uniscano tutte insieme, sono e saranno sempre la cosa più grande che c’è.
In tutto il nano universo.
E quel che resta.
Vieni ad ascoltarmi a teatro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti, Sabato 5 Novembre alle 21 al Teatro Planet, Roma.
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