Storie sui diritti umani: Di scioperi e proteste è intessuto un mondo
Storie e Notizie N. 1397
Oggi è sciopero in Italia e in molti protestano.
Levando lo sguardo oltre confine, la gente si è sollevata anche in Etiopia, dove in 1500 sono stati arrestati, in Congo, dove le cosiddette forze di sicurezza hanno sparato, bruciato, picchiato e ucciso almeno 45 civili, nelle Filippine, dove la polizia ieri ha addirittura usato un furgone per disperdere i presunti facinorosi.
Ci sono altri mondi, oltre a questo.
Mi piace pensarlo, talvolta.
Quando le cose diventano troppo brutte per essere guardate.
Devo farlo, allorché non riesca neppure a immaginarle.
Di scioperi e proteste, per esempio.
Di scioperi e proteste ne è intessuto uno tra essi.
Un mondo sferico, per quanto quello più noto lo sia, ma molto meno regolare, ecco.
E’ roba difficile da disegnare, in effetti.
Parte di quella arzigogolata tavola di forme illegali, chiamata dagli addetti ai lavori, ovvero, le disoccupazioni, la geometria delle figure scomode.
E’ un mondo difficile da disegnare, d’accordo, ma se ti capita di afferrare, anche per caso, il capo giusto della fune, non ti resta che seguirne il filo sino alla luce.
Niente di particolarmente luminoso, sia ben chiaro, di anime costrette nell’angolo dimenticato, si parla.
Tuttavia, la comprensione delle ragioni soffocate ha una sua brillantezza che vale la pena anche solo sfiorare di sottecchi.
Ci sei? Seguimi, allora.
Di scioperi e proteste, si diceva.
Lungo una cima esile solo in apparenza e non è la vittoria a dimostrarlo, bensì un testardo tipo di sconfitta. Quella che non ha portato ad altra via che ritornare ancora, a rimanere in piedi qualora il bastone morda e seduti laddove il dolore aumenti.
E’ corda fina, quasi invisibile a occhio nudo, ma non è casuale ed è banale, lo ammetto. Perché per vedere appieno quel che ci unisce, giammai quel che ci divide, occorre sguardo tutt’altro che svestito.
Riempi pupille e tutto il resto di sentimenti umani ed emozioni vive e vedrai.
Vedrai quel che non vedono loro.
Vedrai le mani aggrappate a quella fune, dita di ogni colore e misura, ma avvinghiate come il corpo tutto a quella tanto bistrattata qualità nei secoli dei secoli.
Leggi pure come l’ostinata affezione per i diritti di tutti.
Vedrai altresì le mani che hanno perso il prezioso appiglio e quelle che hanno sacrificato una delle due per tenere a bordo gli altri.
Vedrai il calore di quelle stesse mani.
E malgrado mutino tradizioni e parole, carnagioni e storie, tale energia alimenta fin dall’inizio dei tempi la vita resistente ad altra vita.
Che non è di questo mondo e neppure degli altri, poiché dal momento che ha abusato della propria stessa natura, ha rinunciato all’unica cittadinanza che abbiamo di diritto.
Ciò malgrado trucida esistenze come se ne fosse assoluto padrone.
Di scioperi e proteste è legato un mondo, già.
In cui verrà il giorno che il vero tiranno cadrà, credimi.
Cadono sempre.
E se avrai fortuna e pazienza, prima o poi, vedrai anche questo.
Vieni ad ascoltarmi a teatro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti, Sabato 5 Novembre alle 21 al Teatro Planet, Roma.
Leggi anche il racconto della settimana: Quello che non vedi
Leggi altre storie sui diritti umani
Ascolta la mia canzone La libertà
Compra il mio ultimo libro, Elisa e il meraviglioso mondo degli oggetti, Tempesta Editore
Oggi è sciopero in Italia e in molti protestano.
Levando lo sguardo oltre confine, la gente si è sollevata anche in Etiopia, dove in 1500 sono stati arrestati, in Congo, dove le cosiddette forze di sicurezza hanno sparato, bruciato, picchiato e ucciso almeno 45 civili, nelle Filippine, dove la polizia ieri ha addirittura usato un furgone per disperdere i presunti facinorosi.
Ci sono altri mondi, oltre a questo.
Quando le cose diventano troppo brutte per essere guardate.
Devo farlo, allorché non riesca neppure a immaginarle.
Di scioperi e proteste, per esempio.
Di scioperi e proteste ne è intessuto uno tra essi.
Un mondo sferico, per quanto quello più noto lo sia, ma molto meno regolare, ecco.
E’ roba difficile da disegnare, in effetti.
Parte di quella arzigogolata tavola di forme illegali, chiamata dagli addetti ai lavori, ovvero, le disoccupazioni, la geometria delle figure scomode.
E’ un mondo difficile da disegnare, d’accordo, ma se ti capita di afferrare, anche per caso, il capo giusto della fune, non ti resta che seguirne il filo sino alla luce.
Niente di particolarmente luminoso, sia ben chiaro, di anime costrette nell’angolo dimenticato, si parla.
Tuttavia, la comprensione delle ragioni soffocate ha una sua brillantezza che vale la pena anche solo sfiorare di sottecchi.
Ci sei? Seguimi, allora.
Di scioperi e proteste, si diceva.
Lungo una cima esile solo in apparenza e non è la vittoria a dimostrarlo, bensì un testardo tipo di sconfitta. Quella che non ha portato ad altra via che ritornare ancora, a rimanere in piedi qualora il bastone morda e seduti laddove il dolore aumenti.
E’ corda fina, quasi invisibile a occhio nudo, ma non è casuale ed è banale, lo ammetto. Perché per vedere appieno quel che ci unisce, giammai quel che ci divide, occorre sguardo tutt’altro che svestito.
Riempi pupille e tutto il resto di sentimenti umani ed emozioni vive e vedrai.
Vedrai quel che non vedono loro.
Vedrai le mani aggrappate a quella fune, dita di ogni colore e misura, ma avvinghiate come il corpo tutto a quella tanto bistrattata qualità nei secoli dei secoli.
Leggi pure come l’ostinata affezione per i diritti di tutti.
Vedrai altresì le mani che hanno perso il prezioso appiglio e quelle che hanno sacrificato una delle due per tenere a bordo gli altri.
Vedrai il calore di quelle stesse mani.
E malgrado mutino tradizioni e parole, carnagioni e storie, tale energia alimenta fin dall’inizio dei tempi la vita resistente ad altra vita.
Che non è di questo mondo e neppure degli altri, poiché dal momento che ha abusato della propria stessa natura, ha rinunciato all’unica cittadinanza che abbiamo di diritto.
Ciò malgrado trucida esistenze come se ne fosse assoluto padrone.
Di scioperi e proteste è legato un mondo, già.
In cui verrà il giorno che il vero tiranno cadrà, credimi.
Cadono sempre.
E se avrai fortuna e pazienza, prima o poi, vedrai anche questo.
Vieni ad ascoltarmi a teatro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti, Sabato 5 Novembre alle 21 al Teatro Planet, Roma.
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