Storie sulla pace: No alla guerra in Libia
Storie e Notizie N. 1326
Si legge un po’ ovunque che l’Italia sarà a guida della colazione che si imbarcherà nell’ennesimo intervento militare.
No alla guerra.
Senza se, senza ma e per un’infinità di ragioni.
Perché l’abbiamo già fatta e abbiamo visto come è andata.
Dato che anche per questo c’è qualcuno che sostiene che ne dobbiamo fare un’altra.
Perché la stiamo già facendo, e allora chi vogliamo prendere in giro?
Dobbiamo ancora finire quella prima, con quale faccia ne iniziamo un’altra?
Perché ne stiamo già facendo altre.
E cosa facciamo, poi? Ci comportiamo come al solito? Fingiamo che non ci siano per raccontare solo quella che ci interessa al momento?
Perché sappiamo già cosa sia, la guerra.
Perché un racconto di soldati e bombe oramai lo conoscono anche i bambini. Non è più, poveri loro, solo roba per grandi. Come noi altri, sanno che la favola degli eroi è una menzogna. Che il film dei buoni è un imbroglio. Che il fuoco amico e solo fuoco, ovvero un immenso falò in cui bruciano tutti, tranne coloro che con quelle fiamme scaldano i propri ventri insaziabili, prima di cuocere a puntino il bottino.
Di guerra.
No alla guerra perché non c’è bisogno di dimostrare quanto le altre vie funzionino meglio. Perché sono le uniche possibili, che di rado abbiamo preso. E’ per questo, solo per questo, che siamo ancora qui, altro che chiacchiere da circolo della caccia.
No alla guerra perché non v’è alcuna necessità di convincervi che gli interessi sono sempre tutti da una parte e i morti dall’altra. E se non siete nella prima quanto nella seconda, come fate a dire sì?
No alla guerra perché un giorno l’avete detto. O anche solo pensato. Al meglio sentito dentro, come un moto naturale.
Ecco, questo è il momento di ricordare. Quello che abbiamo sempre saputo, perfino alla vigilia della prima guerra del mondo.
Figuriamoci dopo un’eternità di dolore e odio.
Già, eternità. Perché sappiamo anche questo, alla perfezione.
Possiamo essere solo coloro che le guerre le iniziano o meno.
Per molti, troppi, la guerra non finirà mai.
Per loro, prima di tutto.
Diciamo insieme no alla guerra.
Si legge un po’ ovunque che l’Italia sarà a guida della colazione che si imbarcherà nell’ennesimo intervento militare.
No alla guerra.
Senza se, senza ma e per un’infinità di ragioni.
Perché l’abbiamo già fatta e abbiamo visto come è andata.
Dato che anche per questo c’è qualcuno che sostiene che ne dobbiamo fare un’altra.
Perché la stiamo già facendo, e allora chi vogliamo prendere in giro?
Dobbiamo ancora finire quella prima, con quale faccia ne iniziamo un’altra?
Perché ne stiamo già facendo altre.
E cosa facciamo, poi? Ci comportiamo come al solito? Fingiamo che non ci siano per raccontare solo quella che ci interessa al momento?
Perché sappiamo già cosa sia, la guerra.
Perché un racconto di soldati e bombe oramai lo conoscono anche i bambini. Non è più, poveri loro, solo roba per grandi. Come noi altri, sanno che la favola degli eroi è una menzogna. Che il film dei buoni è un imbroglio. Che il fuoco amico e solo fuoco, ovvero un immenso falò in cui bruciano tutti, tranne coloro che con quelle fiamme scaldano i propri ventri insaziabili, prima di cuocere a puntino il bottino.
Di guerra.
No alla guerra perché non c’è bisogno di dimostrare quanto le altre vie funzionino meglio. Perché sono le uniche possibili, che di rado abbiamo preso. E’ per questo, solo per questo, che siamo ancora qui, altro che chiacchiere da circolo della caccia.
No alla guerra perché non v’è alcuna necessità di convincervi che gli interessi sono sempre tutti da una parte e i morti dall’altra. E se non siete nella prima quanto nella seconda, come fate a dire sì?
No alla guerra perché un giorno l’avete detto. O anche solo pensato. Al meglio sentito dentro, come un moto naturale.
Ecco, questo è il momento di ricordare. Quello che abbiamo sempre saputo, perfino alla vigilia della prima guerra del mondo.
Figuriamoci dopo un’eternità di dolore e odio.
Già, eternità. Perché sappiamo anche questo, alla perfezione.
Possiamo essere solo coloro che le guerre le iniziano o meno.
Per molti, troppi, la guerra non finirà mai.
Per loro, prima di tutto.
Diciamo insieme no alla guerra.