Storie di guerra: la Giornata delle Forze…

Storie e Notizie N. 1282

Auguri, tanti auguri a voi.
Che siete lì, da qualche parte.
In una stanza affollata di vite e bisogni a instillar speranza.
Attingendo a quella che non avete mai avuto, per voi.
Ed è questo il vero miracolo, altro che magiche lacrime piovute dal nulla.

Auguri, davvero.
Amazzoni e guerrieri dal candido mantello, che con bisturi indomiti e coraggiosi stetoscopi salvate dalle fiamme la vita che sopravvive.
Al dono della pace non richiesta.

I migliori auguri a te, solo.
Altrettanti a te, sola.
Che malgrado il mondo corra nella direzione opposta, voltate le spalle al traguardo e scendete giù, là sotto.
Dove le esistenze lente respirano a fatica.
Dove non ci sarà alcunché da vincere.
E una sconfitta onorevole sarà il meglio che potrà capitare.
Eppure siete lì.
Eppure ci tornate perfino l’anno seguente.

Molti auguri, anzi tutti quelli che posso, a voi.
Occhi e orecchie che prestano se stesse alle urla rimaste in tavola.
E ai mormori celati al di sotto di quest’ultima.
Creature mitologiche in grado di essere tanto presenti nella vita del prossimo.
Quanto capaci di cancellare se stesse e fare entrare l’altro.
Disponibili a un copia in colla dal lato scomodo del mondo come se fosse facile.
Già, come se fosse facile.
Farlo e sentirsi pure chiamare ingenui.
Illusi.
E addirittura buonisti.

Auguri, sul serio, ogni augurio che non avete mai avuto.
A voi tutti.
Dottoresse e infermieri, insegnanti e attivisti, educatrici e animatori.
Volontari o anche solo costretti.
Dalla propria incapacità a smettere di sperare.
Di poter cambiare il racconto peggiore.

Oggi, 4 novembre, qui è anche la vostra festa.
Per i militari e i soldati di qualsivoglia esercito cercate altrove.
Perché in questa pagina si festeggia.
La Giornata delle Forze…
Amate.

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