Storie di guerra: gli uccisi per errore
Storie e Notizie N. 1277
A Gerusalemme, da qualche parte, dove si racconta la Storia.
Dall’alto.
Molto in alto.
Dove le cose del mondo devono necessariamente.
Risultar piccole.
E confuse.
“Un uomo è stato ucciso”, fa la voce che ha visto.
“Che uomo?” chiede la voce che scrive.
“Un palestinese”, risponde l’altra.
“Un palestinese è stato ucciso”, scrive la seconda.
“Un palestinese è stato…” si accinge ad annunciare la voce che diffonderà, prima di venire interrotta.
“Fermi tutti”, fa la voce che ha visto, “si tratta di un eritreo.”
“Cosa scrivo, allora?” domanda la seconda voce.
“Cosa diffondo, quindi?” chiede la terza.
“Eritreo ucciso per errore”, risponde la prima.
“Eritreo ucciso per errore”, ripete la voce che scrive.
“Un eritreo è stato ucciso per errore”, echeggia la voce che diffonderà.
“Un altro uomo è stato ucciso”, informa poco dopo la voce che ha visto.
“Che uomo?” la interroga la voce che scrive.
“Un palestinese”, risponde la prima voce.
“Sei sicura?” chiede la seconda.
“Allora?” si unisce la voce che diffonderà.
La voce che ha visto temporeggia, ma la danza prosegue con la solita indifferente inerzia.
“Un palestinese è stato ucciso”, scrive la voce addetta.
“Un palestinese è stato ucciso…” inizia a diffondere la voce relativa.
“Contrordine”, urla la voce che ha visto, “l’uomo è israeliano.”
“E adesso?” saltano su in coro entrambe le altre voci.
“Semplice”, spiega serafica la voce che ha visto, “un israeliano è stato ucciso per errore.”
“Un israeliano è stato ucciso per errore”, rimarca alquanto infastidita la voce che scrive.
“Un israeliano è stato ucciso per errore”, esclama di rimando la voce che diffonderà.
Una grigia cappa intrisa di insofferenza e inquietudine cala sul trio allorché la terza e ultima novella li raggiunge.
Che sia buona o meno dipende come sempre dal punto di vista.
Di chi avrà più da perdere.
“Un uomo è stato ucciso”, strilla la voce che ha visto.
“Che uomo?” domanda speranzosa la voce che scrive.
“Un palestinese”, risponde prontamente la prima voce.
“Ne sei certa?” dubita la seconda.
“Proprio certa?” si accoda la terza.
“Mai stata più sicura”, risponde la voce che ha visto.
“Un palestinese è stato ucciso”, scrive con gaudio la voce deputata.
“Un palestinese è stato ucciso”, intona estasiata la voce che diffonderà.
E basta con gli errori…
Leggi altre storie di guerra
Leggi anche il racconto di questa settimana: Il dono della lavatrice
Vieni ad ascoltarmi dal vivo Sabato 24 Ottobre ore 21, Teatro Planet, Via Crema 14, Roma: La truffa dei migranti, spettacolo di teatro narrazione, presentazione dell'omonimo libro (informazioni)
A Gerusalemme, da qualche parte, dove si racconta la Storia.
Dall’alto.
Molto in alto.
Dove le cose del mondo devono necessariamente.
Risultar piccole.
E confuse.
“Un uomo è stato ucciso”, fa la voce che ha visto.
“Che uomo?” chiede la voce che scrive.
“Un palestinese”, risponde l’altra.
“Un palestinese è stato ucciso”, scrive la seconda.
“Un palestinese è stato…” si accinge ad annunciare la voce che diffonderà, prima di venire interrotta.
“Fermi tutti”, fa la voce che ha visto, “si tratta di un eritreo.”
“Cosa scrivo, allora?” domanda la seconda voce.
“Cosa diffondo, quindi?” chiede la terza.
“Eritreo ucciso per errore”, risponde la prima.
“Eritreo ucciso per errore”, ripete la voce che scrive.
“Un eritreo è stato ucciso per errore”, echeggia la voce che diffonderà.
“Un altro uomo è stato ucciso”, informa poco dopo la voce che ha visto.
“Che uomo?” la interroga la voce che scrive.
“Un palestinese”, risponde la prima voce.
“Sei sicura?” chiede la seconda.
“Allora?” si unisce la voce che diffonderà.
La voce che ha visto temporeggia, ma la danza prosegue con la solita indifferente inerzia.
“Un palestinese è stato ucciso”, scrive la voce addetta.
“Un palestinese è stato ucciso…” inizia a diffondere la voce relativa.
“Contrordine”, urla la voce che ha visto, “l’uomo è israeliano.”
“E adesso?” saltano su in coro entrambe le altre voci.
“Semplice”, spiega serafica la voce che ha visto, “un israeliano è stato ucciso per errore.”
“Un israeliano è stato ucciso per errore”, rimarca alquanto infastidita la voce che scrive.
“Un israeliano è stato ucciso per errore”, esclama di rimando la voce che diffonderà.
Una grigia cappa intrisa di insofferenza e inquietudine cala sul trio allorché la terza e ultima novella li raggiunge.
Che sia buona o meno dipende come sempre dal punto di vista.
Di chi avrà più da perdere.
“Un uomo è stato ucciso”, strilla la voce che ha visto.
“Che uomo?” domanda speranzosa la voce che scrive.
“Un palestinese”, risponde prontamente la prima voce.
“Ne sei certa?” dubita la seconda.
“Proprio certa?” si accoda la terza.
“Mai stata più sicura”, risponde la voce che ha visto.
“Un palestinese è stato ucciso”, scrive con gaudio la voce deputata.
“Un palestinese è stato ucciso”, intona estasiata la voce che diffonderà.
E basta con gli errori…
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