Ecco come unioni civili diventano adozioni gay

Storie e Notizie N. 1273

C’erano una volta due amici.
Anzi, inizia così: ci sono due amici.
Ma non è una barzelletta.
Uno dei due incontra l’altro, che sta leggendo il giornale.
“Che fai?”
“Leggo.”
“Cosa leggi?”
“La notizia sulla discussione in Senato riguardo alle unioni civili…”
“Ah, le adozioni gay.”
“No, macché, ho detto unioni civili, hai presente? Tutte quelle forme di convivenza fra due persone…”
“Sì, ho capito, stai parlando di adozioni gay.”
“Non è vero, quando l’hai sentito? Ho detto unioni civili, forme di convivenza legate da vincoli affettivi ed economici…”
“Sì, certo, adozioni gay.”
“Non ho detto adozioni gay!” salta su l’altro spazientito. “Ripeto, ho detto – facendo lo spelling - unioni civili, in altre parole forme di convivenza che non accedano volontariamente all'istituto giuridico del matrimonio…”
“Chiaro, adozioni gay.”
“Ma sei sordo o cosa?” esclama l’amico quasi in preda a una crisi di nervi. “Unioni civili, non sono parole difficili. Dicevo, unioni tra persone che non convolino a nozze di loro sponte, o che siano impossibilitate a farlo…”
“Guarda che ho capito benissimo, queste sono le adozioni gay.”
“Tu non stai bene…” fa l’altro gettando il giornale in terra. “Senti le voci o non so cos’altro. Io ho detto UNIONI CIVILI, tali dopo che gli ordinamenti giuridici gli abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico…”
“In parole povere, adozioni gay.”
L’amico del giornale si avvicina all’altro con un’espressione preoccupata.
“C’è qualcosa che non va? Parliamone… ti va di venire a prendere qualcosa? Così mi racconti tutto…”
“Mi dispiace ma non posso”, fa l’altro. “Devo andare in tribunale perché sono stato denunciato dalla mia ex moglie poiché non le pago gli alimenti e per giunta trascuro sua figlia.”
Sua figlia? Perché, non è anche tua?”
“Sì, ma come faccio a stare dietro a tutto? Ieri ho dovuto sorbirmi pure le urla della mia nuova compagna solo perché ho dato un pugno in faccia a suo figlio perché parlava al telefono durante la partita…”
“Quello invece è suo figlio…”
“Scemo io che mi sono sposato per la terza volta… se la prima…”
“Se la prima non ti avesse lasciato perché la tradivi con la tua segretaria, già.”
“Già. In che razza di mondo viviamo.”
In che razza di mondo, pensa l’altro.
Di adozioni gay.
Di unioni e, soprattutto, cittadini.
Civili

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