Storie di guerra: Nicholas Winton cosa insegna oggi
Storie e Notizie N.1245
C’era una volta la storia di Nicholas Winton.
C’era una volta lo Schindler britannico.
E c’era una volta l’uomo che tra il 1938 e il 1939, nell’allora Cecoslovacchia, salvò 699 bambini ebrei dai campi di concentramento.
Come una sorta di meravigliose lettere intrise di futuro ebbe l’idea di spedirli via treno in Gran Bretagna presso famiglie da lui stesso individuate.
Nicholas è morto ieri, il primo di luglio, ma il suo straordinario gesto di eroismo fu scoperto solo nel 1988, allorché sua moglie Greta trovò le prove del medesimo in un vecchio album di foto.
E la morale della storia è…
Che i veri eroi non si vantano delle proprie imprese?
Forse, anzi, sì, è probabile.
Ma c’è anche altro, il racconto è ricco e complesso e il protagonista lo è altrettanto.
Che pure per questa ragione è importante lo studio della storia passata, poiché puoi sempre portare alla luce esempi lodevoli per umanità e spirito di fratellanza?
Sicuro, è indubbio, non sappiamo ancora tutto.
Tuttavia, sarebbe riduttivo fermarsi a ciò, la vicenda richiede ulteriore approfondimento.
Che perfino in una parentesi incredibilmente orribile della storia come la seconda guerra mondiale ci sono state pagine di vita vissuta che illuminano il cammino dell’uomo?
Sì, è proprio così, è sempre bene rammentarlo.
Nondimeno, se non insistessimo nell’individuare altre vie non renderemmo merito tanto all’eroismo quanto all’eroe.
Che ciascuno di noi può compiere atti eroici, visto che non sono indispensabili super poteri e neanche miliardi di euro in banca?
Eccome se sì, verissimo e condivisibile, soprattutto tra i giovani.
Malgrado ciò, potremmo trascurare qualcosa di prezioso se la chiudessimo qui.
Che nessuno può salvare il mondo da solo, visto che il nostro non avrebbe potuto riuscire nel suo nobile sforzo senza l’aiuto delle famiglie che in patria accolsero i bimbi?
Naturale, va detto, va proprio detto.
Ciò nonostante, saremmo frettolosi se a questo punto decidessimo di mettere la parola fine.
Magari, il problema è proprio dietro questo impellente bisogno che abbiamo di vederla impressa sullo schermo come sulla pagina, l’ultima.
La fine, the end.
Proviamo ad ignorarla e vediamo cosa accade.
C’era una volta Nicholas Winton.
C’era una volta lo Schindler britannico.
E c’era una volta colui che, senza mai vantarsene, tra il ‘38 e il ‘39 salvò quasi 700 bimbi ebrei dai lager nazisti.
Ma se la storia non è ancora finita…
Eccola l’altra fondamentale morale, quella mancante.
Che da qualche parte, là fuori, vi sono altri Schindler che nel silenzio del mondo salvano centinaia di vite, giovani o meno, da morte sicura.
Eroi di cui non sappiamo assolutamente nulla.
E chiunque tra noi potrebbe fare la differenza.
Oggi, ora.
Esattamente come le famiglie che adottarono i bambini di Nicholas…
Leggi altre storie di guerra
C’era una volta la storia di Nicholas Winton.
C’era una volta lo Schindler britannico.
E c’era una volta l’uomo che tra il 1938 e il 1939, nell’allora Cecoslovacchia, salvò 699 bambini ebrei dai campi di concentramento.
Come una sorta di meravigliose lettere intrise di futuro ebbe l’idea di spedirli via treno in Gran Bretagna presso famiglie da lui stesso individuate.
Nicholas è morto ieri, il primo di luglio, ma il suo straordinario gesto di eroismo fu scoperto solo nel 1988, allorché sua moglie Greta trovò le prove del medesimo in un vecchio album di foto.
E la morale della storia è…
Che i veri eroi non si vantano delle proprie imprese?
Forse, anzi, sì, è probabile.
Ma c’è anche altro, il racconto è ricco e complesso e il protagonista lo è altrettanto.
Che pure per questa ragione è importante lo studio della storia passata, poiché puoi sempre portare alla luce esempi lodevoli per umanità e spirito di fratellanza?
Sicuro, è indubbio, non sappiamo ancora tutto.
Tuttavia, sarebbe riduttivo fermarsi a ciò, la vicenda richiede ulteriore approfondimento.
Che perfino in una parentesi incredibilmente orribile della storia come la seconda guerra mondiale ci sono state pagine di vita vissuta che illuminano il cammino dell’uomo?
Sì, è proprio così, è sempre bene rammentarlo.
Nondimeno, se non insistessimo nell’individuare altre vie non renderemmo merito tanto all’eroismo quanto all’eroe.
Che ciascuno di noi può compiere atti eroici, visto che non sono indispensabili super poteri e neanche miliardi di euro in banca?
Eccome se sì, verissimo e condivisibile, soprattutto tra i giovani.
Malgrado ciò, potremmo trascurare qualcosa di prezioso se la chiudessimo qui.
Che nessuno può salvare il mondo da solo, visto che il nostro non avrebbe potuto riuscire nel suo nobile sforzo senza l’aiuto delle famiglie che in patria accolsero i bimbi?
Naturale, va detto, va proprio detto.
Ciò nonostante, saremmo frettolosi se a questo punto decidessimo di mettere la parola fine.
Magari, il problema è proprio dietro questo impellente bisogno che abbiamo di vederla impressa sullo schermo come sulla pagina, l’ultima.
La fine, the end.
Proviamo ad ignorarla e vediamo cosa accade.
C’era una volta Nicholas Winton.
C’era una volta lo Schindler britannico.
E c’era una volta colui che, senza mai vantarsene, tra il ‘38 e il ‘39 salvò quasi 700 bimbi ebrei dai lager nazisti.
Ma se la storia non è ancora finita…
Eccola l’altra fondamentale morale, quella mancante.
Che da qualche parte, là fuori, vi sono altri Schindler che nel silenzio del mondo salvano centinaia di vite, giovani o meno, da morte sicura.
Eroi di cui non sappiamo assolutamente nulla.
E chiunque tra noi potrebbe fare la differenza.
Oggi, ora.
Esattamente come le famiglie che adottarono i bambini di Nicholas…
Leggi altre storie di guerra