Storie di immigrati in Italia: se Abdel Majid Touil fosse innocente
Storie e Notizie N. 1227
Leggo che secondo i PM il giovane arrestato fosse a Milano il giorno della strage al museo del Bardo…
C’era una volta il mostro.
Il mostro in prima pagina, sì, certo.
Ma non solo.
Sarebbe troppo facile.
Rimettere le cose a posto.
Impossibile, laddove il mostro sia ormai ovunque.
Scaricato direttamente nei cuori più o meno indifesi degli assetati di parole facili.
Con o senza il consenso del destinatario.
Soprattutto senza.
Con o senza il consenso del mostro stesso.
Sicuramente senza.
Ci vorranno ancora svariate generazioni per cancellare dalla mente degli umani dagli orizzonti miopi l’indissolubile matrimonio tra nero e nemico, malvagio e sporco.
Figuriamoci quanto ci vorrà per il connubio immigrato e tutto quel che di peggio si possa pensare del prossimo.
Ma se la fiera dallo sguardo truce e la voce sibilante fosse innocente?
E se truce stesse per mi rode, non hai idea di quanto mi arrovelli dentro?
Se lo sapessi saresti una persona diversa.
E se sibilante stesse per non ho più parole e laddove ce l’avessi tanto non capiresti?
Al contrario, vivresti in un mondo diverso.
Se fosse innocente, vai, forza, correggi l’articolo.
Non tanto, un aggettivo lì, un avverbio più avanti.
Ma non sia mai che la narrazione assuma sembianze inaspettate.
Umane tra lettera e lettera.
Disumane nei lemmi stessi di quest’ultime composte.
Se fosse innocente, coraggio, sbrigati, cambia la prima pagina.
Cioè, tutte, ovvero il sadico regno del copia in colla dall’alto.
In breve, la casa del mostro.
Che è di casa e, ammettiamolo, di comodo, che sia effettivamente presente.
O meno.
Se fosse innocente rimarrebbe sempre il dubbio.
Ah, come lo adoriamo, il benedetto figlio della nostrana diffidenza.
Ingannevole meretrice che, al contrario delle anime disgraziate massacrate per pochi euro sui giacigli degli orchi legalizzati, non vende se stessa, bensì la sua unica progenie.
Il dubbio, già, ancora lui, l’italico dubbio che permane come una condanna perenne sugli ultimi della terra.
Perché per manifestare altrettanti sospetti nei confronti delle linde e fulgide divinità, dalle chiome dorate e le pupille cristalline, graziate da un fato idiota che regala vittorie a tavolino al contendente più scorretto, ci vuole coraggio.
Amore.
E forse anche una buona dose di incoscienza.
C’era una volta il mostro in prima pagina.
O anche la seconda e la terza.
Fa lo stesso.
Perché allorché si scoprisse la sua innocenza.
Per molti, troppi ancora, non farebbe alcuna differenza…
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