Sacchi e il razzista a sua insaputa
Storie e Notizie N. 1193
In seguito alle attenzioni internazionali guadagnate grazie alle sue recenti affermazioni sull’eccessiva presenza di atleti di colore nel nostro calcio giovanile, Arrigo Sacchi e quasi tutti i suoi delatori respingono le accuse al mittente sostenendo che l’allenatore si riferisse ai calciatori stranieri.
Da cui l’orgogliosa difesa dell’identità e della dignità italica.
Credo sia una malattia nostrana piuttosto diffusa, anche dove meno te l’aspetti.
Spesso, il razzista peggiore è quello che non si rende conto di esserlo…
Ci sono.
E sono tanti.
Ci sono quelli che se vedessero un nero penserebbero subito che preghi Maometto.
Prima di ogni altro dio.
Che sia ateo, è addirittura escluso.
E ci sono quelli che se gli presentassero un nero avrebbero un disperato bisogno di chiedergli da dove venga.
Se è molto che abita qui, come si sta dalle sue parti e così via interrogando.
Ancora prima di sapere il suo nome.
Figuriamoci quali siano i suoi sogni.
Ci sono quelli che se incontrassero un nero darebbero per scontato che non sappia parlare la loro lingua.
Correndo il rischio di imbattersi in qualcuno che quella lingua, proprio quella, la conosca molto meglio di loro.
E ci sono quelli che se vedessero un nero la prima forma che gli verrebbe in mente sarebbe quella che disegna l’Africa.
E’ opera di magia sopraffina, senza scherzi.
Non è da tutti cancellare in una frazione di secondo ben quattro continenti.
E al contempo, se proprio di Africa stiamo parlando, ridurre milioni di persone nello spazio di una parola.
Ovvero, di un singolo volto, per quanto olivastro.
Ci sono quelli che se sapessero dell’arrivo di un nero non avrebbero dubbi che sarebbe per prendere qualcosa.
Giammai dare.
Figuriamoci né l’una e tantomeno l’altra.
Leggi pure come il semplice esserci degli umani di passaggio.
E ci sono infine coloro i quali se osservassero un nero sarebbero certi che sia straniero.
Per buona sorte, ci sono anche quelli per i quali un nero potrebbe essere tutto e il contrario di tutto.
Soprattutto non avendo la più pallida idea di cosa viva sotto quella pelle.
Tutti gli altri, che lo ammettano o meno, si chiamano razzisti.
Visita le pagine dedicate ai libri:
In seguito alle attenzioni internazionali guadagnate grazie alle sue recenti affermazioni sull’eccessiva presenza di atleti di colore nel nostro calcio giovanile, Arrigo Sacchi e quasi tutti i suoi delatori respingono le accuse al mittente sostenendo che l’allenatore si riferisse ai calciatori stranieri.
Da cui l’orgogliosa difesa dell’identità e della dignità italica.
Credo sia una malattia nostrana piuttosto diffusa, anche dove meno te l’aspetti.
Spesso, il razzista peggiore è quello che non si rende conto di esserlo…
Ci sono.
E sono tanti.
Ci sono quelli che se vedessero un nero penserebbero subito che preghi Maometto.
Prima di ogni altro dio.
Che sia ateo, è addirittura escluso.
E ci sono quelli che se gli presentassero un nero avrebbero un disperato bisogno di chiedergli da dove venga.
Se è molto che abita qui, come si sta dalle sue parti e così via interrogando.
Ancora prima di sapere il suo nome.
Figuriamoci quali siano i suoi sogni.
Ci sono quelli che se incontrassero un nero darebbero per scontato che non sappia parlare la loro lingua.
Correndo il rischio di imbattersi in qualcuno che quella lingua, proprio quella, la conosca molto meglio di loro.
E ci sono quelli che se vedessero un nero la prima forma che gli verrebbe in mente sarebbe quella che disegna l’Africa.
E’ opera di magia sopraffina, senza scherzi.
Non è da tutti cancellare in una frazione di secondo ben quattro continenti.
E al contempo, se proprio di Africa stiamo parlando, ridurre milioni di persone nello spazio di una parola.
Ovvero, di un singolo volto, per quanto olivastro.
Ci sono quelli che se sapessero dell’arrivo di un nero non avrebbero dubbi che sarebbe per prendere qualcosa.
Giammai dare.
Figuriamoci né l’una e tantomeno l’altra.
Leggi pure come il semplice esserci degli umani di passaggio.
E ci sono infine coloro i quali se osservassero un nero sarebbero certi che sia straniero.
Per buona sorte, ci sono anche quelli per i quali un nero potrebbe essere tutto e il contrario di tutto.
Soprattutto non avendo la più pallida idea di cosa viva sotto quella pelle.
Tutti gli altri, che lo ammettano o meno, si chiamano razzisti.
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(Libri sulla diversità, libri sul razzismo, libri sulla diversità per ragazzi e bambini, libri sul razzismo per ragazzi e bambini)