Incidente Aereo Taiwan: la speranza dei sopravvissuti
Storie e Notizie N. 1187
C’è il tassista e la sua giovane cliente, la famiglia che ha deciso di cambiare il posto sull’aereo all’ultimo momento. E quei miracolati che tra i circa quindici scampati al disastro hanno avuto la buona sorte di trovarsi al posto giusto nel momento peggiore.
La conta dei rimasti.
Che potrebbe sorprendentemente allungarsi.
Prestando maggiore attenzione alla storia…
Sopravvissuti.
Siamo i sopravvissuti.
Sopravvissuti alla morte.
Si dice così, giusto?
Ma non è proprio esatto, sapete?
Noi la morte non l’abbiamo proprio incontrata.
Quelli sono gli altri.
Altrimenti non ascolterete le nostre voci vibranti e il nostro respiro turbato.
Il battito del cuore che evade dal petto, senza alcun bisogno di una mano curiosa.
Figuriamoci di un freddo stetoscopio.
I volti segnati dall’esistenza precedente.
Più che mai da quel momento.
Quando quelli col biglietto sbagliato l’hanno davvero vista in faccia.
La morte.
Noi no.
Noi siamo i sopravvissuti.
Sopravvissuti alla vita.
Di prima.
Che non sarà più quella di oggi.
Da quel giorno.
Nessun problema, succede, succede a tanti di equivocare.
Di confondere il passato con la fine di tutto.
Quindi trascurabile.
Cancellabile.
Nondimeno, quando vi capitiamo davanti le emozioni sono molteplici.
C’è chi prova compassione, ma anche odio.
C’è chi prova solidarietà, ma anche disprezzo.
C’è anche chi provi tutto questo nello stesso istante.
E all’occorrenza sceglie ciò che lo farà sentire meglio.
Con gli altri.
Che guardano.
Tuttavia, quando vi capitiamo davanti, la nostra emozione è invece una sola.
Innanzi alle vostre, il pensiero è altrettanto unico.
Una speranza.
Eccoli, vedrai che capiranno e ci aiuteranno.
Perché sono esattamente come noi.
Perché lo siamo tutti, sopravvissuti.
Alla vita di prima.
E’ solo che alcuni lo danno per scontato.
Noi non più.
E’ tutta qui, la differenza.
Tra vivere e sopravvivere.
Compra il mio ultimo libro, Roba da bambini, Tempesta Editore
C’è il tassista e la sua giovane cliente, la famiglia che ha deciso di cambiare il posto sull’aereo all’ultimo momento. E quei miracolati che tra i circa quindici scampati al disastro hanno avuto la buona sorte di trovarsi al posto giusto nel momento peggiore.
La conta dei rimasti.
Che potrebbe sorprendentemente allungarsi.
Prestando maggiore attenzione alla storia…
Sopravvissuti.
Siamo i sopravvissuti.
Sopravvissuti alla morte.
Si dice così, giusto?
Ma non è proprio esatto, sapete?
Noi la morte non l’abbiamo proprio incontrata.
Quelli sono gli altri.
Altrimenti non ascolterete le nostre voci vibranti e il nostro respiro turbato.
Il battito del cuore che evade dal petto, senza alcun bisogno di una mano curiosa.
Figuriamoci di un freddo stetoscopio.
I volti segnati dall’esistenza precedente.
Più che mai da quel momento.
Quando quelli col biglietto sbagliato l’hanno davvero vista in faccia.
La morte.
Noi no.
Noi siamo i sopravvissuti.
Sopravvissuti alla vita.
Di prima.
Che non sarà più quella di oggi.
Da quel giorno.
Nessun problema, succede, succede a tanti di equivocare.
Di confondere il passato con la fine di tutto.
Quindi trascurabile.
Cancellabile.
Nondimeno, quando vi capitiamo davanti le emozioni sono molteplici.
C’è chi prova compassione, ma anche odio.
C’è chi prova solidarietà, ma anche disprezzo.
C’è anche chi provi tutto questo nello stesso istante.
E all’occorrenza sceglie ciò che lo farà sentire meglio.
Con gli altri.
Che guardano.
Tuttavia, quando vi capitiamo davanti, la nostra emozione è invece una sola.
Innanzi alle vostre, il pensiero è altrettanto unico.
Una speranza.
Eccoli, vedrai che capiranno e ci aiuteranno.
Perché sono esattamente come noi.
Perché lo siamo tutti, sopravvissuti.
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E’ solo che alcuni lo danno per scontato.
Noi non più.
E’ tutta qui, la differenza.
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