Storie sull'ambiente: La fine del mondo Apocalisse tra 3 minuti video
Storie e Notizie N. 1182
Pare che gli ultimi rilevamenti, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici e il pericolo dovuto alle armi nucleari, abbiano spostato in avanti di due minuti le lancette del doomsday clock (orologio dell’apocalisse).
Secondo gli scienziati siamo a tre minuti dalla mezzanotte…
Tre minuti.
Tre minuti alla fine.
No, dico, tre minuti…
Che perdo tempo qui, a scrivere?
Via, di corsa, forse siamo ancora in… tempo.
Forse sono ancora in tempo.
Inquiniamo troppo e non ce ne frega niente, questo è il problema.
Spengo tutto, il pc, stacco il frigo, sì, che mi importa dei surgelati?
Ci si pensa dopo, ci si pensa.
Dopo…
Quale dopo?!
Ora, devo fare qualcosa ora, subito.
Spengo il condizionatore, ecco.
Non ce l’ho, che tonto…
Ad ogni modo, stacco tutta la roba elettrica, così mi pare c’era scritto in quell’opuscolo che mi ha dato la mia amica.
Due minuti.
Cosa? E’ già passato un minuto?
Cavolo, che altro posso fare… ma sì, la differenziata!
Dove cappero stanno quei sacchetti con i cestini relativi… li avevo messi da parte, avevo detto che prima o poi avrei iniziato.
D’altra parte, cominciare a fare la differenziata a due minuti dall’apocalisse che vuoi che differenza faccia?
Che differenza faccia la differenziata!
Buona questa.
Che coglione, rido delle mie battute e i secondi se ne vanno.
Un minuto.
Un minuto, manca un minuto, non devo perdere più tempo.
Che altro posso fare?
Ops, mi scappa… ma proprio adesso?
Dannata vescica fragile!
Ecco… fatto, per fortuna.
Mi lavo le mani e… il sapone!
Guardo gli altri prodotti e mi accorgo che è tutta roba che inquina, caspita.
Lo sapevo, me l’aveva detto quell’amica.
Hai presente? Dai, quelle tipe fissate con l’ecologico.
Trenta secondi.
Scusate, ma questi genialoni non potevano dircelo prima che mancasse così poco?
Ah… ce l’avevano detto?
Dieci secondi.
Cosa posso fare per dare un ultimo senso alla mia vita in dieci secondi?
Nove.
Non può finire così, mentre mi struggo per quello che non ho fatto.
Otto.
Che poi, mica è solo colpa mia, no?
Sette.
Avrei potuto darmi da fare, come quell’amica, e saremmo comunque arrivati a questo.
Sei.
Anzi, potrei essere io stesso quell’amica e non aver ottenuto nulla.
Cinque.
Forse avrei la coscienza apposto, ecco.
Quattro.
Tanto muori lo stesso, bella, che ci fai?
Tre.
Almeno io ho vissuto più rilassato.
Due.
Meno pensieri, più tempo per me.
Uno.
Tempo per me… quale tempo?
BUM.
Fine.
Vieni domani ad ascoltarmi dal vivo allo spettacolo che accompagna il mio ultimo libro, Roba da bambini, Tempesta Editore: Sabato 24 gennaio ore 17, Libreria Koob, Roma.
Pare che gli ultimi rilevamenti, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici e il pericolo dovuto alle armi nucleari, abbiano spostato in avanti di due minuti le lancette del doomsday clock (orologio dell’apocalisse).
Secondo gli scienziati siamo a tre minuti dalla mezzanotte…
Tre minuti.
Tre minuti alla fine.
No, dico, tre minuti…
Che perdo tempo qui, a scrivere?
Via, di corsa, forse siamo ancora in… tempo.
Forse sono ancora in tempo.
Inquiniamo troppo e non ce ne frega niente, questo è il problema.
Spengo tutto, il pc, stacco il frigo, sì, che mi importa dei surgelati?
Ci si pensa dopo, ci si pensa.
Dopo…
Quale dopo?!
Ora, devo fare qualcosa ora, subito.
Spengo il condizionatore, ecco.
Non ce l’ho, che tonto…
Ad ogni modo, stacco tutta la roba elettrica, così mi pare c’era scritto in quell’opuscolo che mi ha dato la mia amica.
Due minuti.
Cosa? E’ già passato un minuto?
Cavolo, che altro posso fare… ma sì, la differenziata!
Dove cappero stanno quei sacchetti con i cestini relativi… li avevo messi da parte, avevo detto che prima o poi avrei iniziato.
D’altra parte, cominciare a fare la differenziata a due minuti dall’apocalisse che vuoi che differenza faccia?
Che differenza faccia la differenziata!
Buona questa.
Che coglione, rido delle mie battute e i secondi se ne vanno.
Un minuto.
Un minuto, manca un minuto, non devo perdere più tempo.
Che altro posso fare?
Ops, mi scappa… ma proprio adesso?
Dannata vescica fragile!
Ecco… fatto, per fortuna.
Mi lavo le mani e… il sapone!
Guardo gli altri prodotti e mi accorgo che è tutta roba che inquina, caspita.
Lo sapevo, me l’aveva detto quell’amica.
Hai presente? Dai, quelle tipe fissate con l’ecologico.
Trenta secondi.
Scusate, ma questi genialoni non potevano dircelo prima che mancasse così poco?
Ah… ce l’avevano detto?
Dieci secondi.
Cosa posso fare per dare un ultimo senso alla mia vita in dieci secondi?
Nove.
Non può finire così, mentre mi struggo per quello che non ho fatto.
Otto.
Che poi, mica è solo colpa mia, no?
Sette.
Avrei potuto darmi da fare, come quell’amica, e saremmo comunque arrivati a questo.
Sei.
Anzi, potrei essere io stesso quell’amica e non aver ottenuto nulla.
Cinque.
Forse avrei la coscienza apposto, ecco.
Quattro.
Tanto muori lo stesso, bella, che ci fai?
Tre.
Almeno io ho vissuto più rilassato.
Due.
Meno pensieri, più tempo per me.
Uno.
Tempo per me… quale tempo?
BUM.
Fine.
Vieni domani ad ascoltarmi dal vivo allo spettacolo che accompagna il mio ultimo libro, Roba da bambini, Tempesta Editore: Sabato 24 gennaio ore 17, Libreria Koob, Roma.
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