Storie di animali coraggiosi: quando il cavallo cade
Storie e Notizie N. 1153
Mentre la discussione si accende sui veri motivi dell’incidente capitato al cavallo delle botticelle della capitale (malore o macchia d’olio?), l’animale racconta le sue ragioni.
Noi cadiamo.
Voi cadete.
No, non essi cadono.
Non è una banale coniugazione verbale, questa.
Trattasi di semantica, non sintassi.
E non letterale, ma a senso.
Perché se ci togliete anche il nostro significato delle parole, a noi bestie, cos’altro rimane?
Abusi di sostantivo come l’aggettivo bestiale?
Peraltro molto più azzeccato per voi altri, nella sua accezione comune.
Sì, noi cadiamo.
E sì, voi cadete.
Quando siete stanchi, quando la forza vi abbandona.
Quando l’equilibrio decade.
Laddove la terra sotto i piedi vi tradisca.
Rumorosamente.
O con la maestria di un infante.
Dolorosamente.
Con la buffa grazia del miglior clown del mondo.
O di una sola casa.
Leggi pure come un padre che si sforza di strappare un sorriso ai figli.
Noi cadiamo, certo.
Ma anche voi cadete.
Cadete e vi ferite.
Urlate.
O riuscite a darvi il contegno che serve.
A voi, più che all’occhio che guarda.
Un classico.
Cadete e spesso vi rialzate.
Cadete e, talvolta, è l’ultima.
Pronti ad osservare il mondo dal basso.
Per sempre.
Capita che noi cadiamo.
Capita altresì che voi cadiate.
Da vette suggestive.
Sino alla vostra medesima altezza.
Con in mezzo una miriade di misure.
Che definiscono il viaggio.
Dalla cima al suolo.
Dalla vittoria alla sconfitta.
Voi cadete e, ogni volta che accade, la caduta è molteplice.
Perché crolla il corpo come l’orgoglio.
La persona e l’onore che la tiene insieme.
Non è mai cosa valente, finire in terra, per voi.
Noi cadiamo.
Spesso per ragioni diverse, simili alle vostre, mai uguali.
Ma di rado, forse una volta per tutte, noi cadiamo per motivi opposti ai vostri.
Perché l’orgoglio si leva in cielo, nonostante il corpo.
L’animale e l’onore che lo tiene insieme.
Non è sempre svilente, finire in terra, per noi.
Bensì è coraggio.
Coraggio di cadere.
E con il disegno di carne e sangue sul suolo.
Dirvi no.
Basta.
Mai più.
Compra il mio nuovo libro, Roba da bambini, Tempesta Editore.
Leggi altre storie di animali.
Mentre la discussione si accende sui veri motivi dell’incidente capitato al cavallo delle botticelle della capitale (malore o macchia d’olio?), l’animale racconta le sue ragioni.
Noi cadiamo.
Voi cadete.
No, non essi cadono.
Non è una banale coniugazione verbale, questa.
Trattasi di semantica, non sintassi.
E non letterale, ma a senso.
Perché se ci togliete anche il nostro significato delle parole, a noi bestie, cos’altro rimane?
Abusi di sostantivo come l’aggettivo bestiale?
Peraltro molto più azzeccato per voi altri, nella sua accezione comune.
Sì, noi cadiamo.
E sì, voi cadete.
Quando siete stanchi, quando la forza vi abbandona.
Quando l’equilibrio decade.
Laddove la terra sotto i piedi vi tradisca.
Rumorosamente.
O con la maestria di un infante.
Dolorosamente.
Con la buffa grazia del miglior clown del mondo.
O di una sola casa.
Leggi pure come un padre che si sforza di strappare un sorriso ai figli.
Noi cadiamo, certo.
Ma anche voi cadete.
Cadete e vi ferite.
Urlate.
O riuscite a darvi il contegno che serve.
A voi, più che all’occhio che guarda.
Un classico.
Cadete e spesso vi rialzate.
Cadete e, talvolta, è l’ultima.
Pronti ad osservare il mondo dal basso.
Per sempre.
Capita che noi cadiamo.
Capita altresì che voi cadiate.
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Che definiscono il viaggio.
Dalla cima al suolo.
Dalla vittoria alla sconfitta.
Voi cadete e, ogni volta che accade, la caduta è molteplice.
Perché crolla il corpo come l’orgoglio.
La persona e l’onore che la tiene insieme.
Non è mai cosa valente, finire in terra, per voi.
Noi cadiamo.
Spesso per ragioni diverse, simili alle vostre, mai uguali.
Ma di rado, forse una volta per tutte, noi cadiamo per motivi opposti ai vostri.
Perché l’orgoglio si leva in cielo, nonostante il corpo.
L’animale e l’onore che lo tiene insieme.
Non è sempre svilente, finire in terra, per noi.
Bensì è coraggio.
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E con il disegno di carne e sangue sul suolo.
Dirvi no.
Basta.
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