Cane più brutto del mondo e non sa fare nulla
Storie e Notizie N. 1122
In occasione della 26esima edizione del concorso dal titolo World ugliest dog (Cane più brutto del mondo), è stato dichiarato vincitore Peanut.
La proprietaria, Holly Chandler, ha rivelato che la sua bruttezza è dovuta al fatto che quando era solo un cucciolo è stato vittima di maltrattamenti e bruciature su ogni parte del corpo.
Ecco alcune parole rubate al discorso di ringraziamento.
Di Peanut, è ovvio.
Grazie, ma scusate.
Sì, lo so.
Non è il massimo come inizio.
Ma che volete farci?
Io quello che penso dico.
Quindi, non vi aspettate da me parole scontate.
Tipo voglio dedicare questo premio al mio agente o a mia madre.
Agli altri candidati, anch’essi davvero brutti.
Ai poveri in Africa.
E a quelli accanto a noi.
Piuttosto, vorrei approfittare della gloria dell’attimo per porre l’attenzione sulle mie incapacità.
Ma sì, siamo onesti, su.
Quando si vince è bello, d’accordo.
Ma non è tutto bello quello che si vede.
Poi, nel mio caso il senso è letterale.
Certo, qualcuno potrà obiettare che l’aspetto fisico non sia tutto.
Che ci sono altre qualità.
Ecco, chiariamoci subito: non è il mio caso.
Da ciò le scuse di cui sopra.
Il fatto è che io, oltre ad essere brutto, non so fare nulla.
Oh, l’ho detto.
Adesso mi sento meglio.
Non sono capace di riportarvi il bastone o la palla, quindi è inutile che li tiriate.
Non vi porgerò mai la zampina, perciò non inginocchiatevi in attesa del miracolo, che poi vi fa male la schiena.
Non faccio feste, a nessuno, nemmeno alla mia padrona.
E se non le faccio a chi mi nutre, perché caspita dovrei farle a voi?
Non scodinzolo mai.
Neppure quando sono contento.
Soprattutto in quel caso.
Sono riservato, emozionalmente parlando, ecco.
Indi per cui non digrigno quando la collera sale.
Ma questo non vuol dire che non mi roda.
Non inseguo gatti, di alcun tipo.
Che altro?
Ah, non abbaio.
E non sono muto, okay?
Parlo solo quando ho davvero qualcosa da dire.
E’ solo che ogni volta che ciò accade mi sale un dubbio atroce: ma siamo sicuri che chi mi sta davanti sta davvero ascoltando?
Così mi mordo la lingua un attimo prima di emettere un fiato.
Leggimi pure come il taciturno diffidente dalla lingua dolorante.
Grazie del premio, comunque.
E perdonatemi se non so fare nulla, di questo me ne dolgo ma non di tutto.
Vado alquanto fiero di una mia incapacità.
Non saprei mai fare del male a qualunque creatura sulla terra, torturandola con disumana crudeltà.
In questo l’uomo sarà sempre migliore di me.
O incredibilmente più brutto…
In occasione della 26esima edizione del concorso dal titolo World ugliest dog (Cane più brutto del mondo), è stato dichiarato vincitore Peanut.
La proprietaria, Holly Chandler, ha rivelato che la sua bruttezza è dovuta al fatto che quando era solo un cucciolo è stato vittima di maltrattamenti e bruciature su ogni parte del corpo.
Ecco alcune parole rubate al discorso di ringraziamento.
Di Peanut, è ovvio.
Grazie, ma scusate.
Sì, lo so.
Non è il massimo come inizio.
Ma che volete farci?
Io quello che penso dico.
Quindi, non vi aspettate da me parole scontate.
Tipo voglio dedicare questo premio al mio agente o a mia madre.
Agli altri candidati, anch’essi davvero brutti.
Ai poveri in Africa.
E a quelli accanto a noi.
Piuttosto, vorrei approfittare della gloria dell’attimo per porre l’attenzione sulle mie incapacità.
Ma sì, siamo onesti, su.
Quando si vince è bello, d’accordo.
Ma non è tutto bello quello che si vede.
Poi, nel mio caso il senso è letterale.
Certo, qualcuno potrà obiettare che l’aspetto fisico non sia tutto.
Che ci sono altre qualità.
Ecco, chiariamoci subito: non è il mio caso.
Da ciò le scuse di cui sopra.
Il fatto è che io, oltre ad essere brutto, non so fare nulla.
Oh, l’ho detto.
Adesso mi sento meglio.
Non sono capace di riportarvi il bastone o la palla, quindi è inutile che li tiriate.
Non vi porgerò mai la zampina, perciò non inginocchiatevi in attesa del miracolo, che poi vi fa male la schiena.
Non faccio feste, a nessuno, nemmeno alla mia padrona.
E se non le faccio a chi mi nutre, perché caspita dovrei farle a voi?
Non scodinzolo mai.
Neppure quando sono contento.
Soprattutto in quel caso.
Sono riservato, emozionalmente parlando, ecco.
Indi per cui non digrigno quando la collera sale.
Ma questo non vuol dire che non mi roda.
Non inseguo gatti, di alcun tipo.
Che altro?
Ah, non abbaio.
E non sono muto, okay?
Parlo solo quando ho davvero qualcosa da dire.
E’ solo che ogni volta che ciò accade mi sale un dubbio atroce: ma siamo sicuri che chi mi sta davanti sta davvero ascoltando?
Così mi mordo la lingua un attimo prima di emettere un fiato.
Leggimi pure come il taciturno diffidente dalla lingua dolorante.
Grazie del premio, comunque.
E perdonatemi se non so fare nulla, di questo me ne dolgo ma non di tutto.
Vado alquanto fiero di una mia incapacità.
Non saprei mai fare del male a qualunque creatura sulla terra, torturandola con disumana crudeltà.
In questo l’uomo sarà sempre migliore di me.
O incredibilmente più brutto…