Storie di donne uccise: Anja Niedringhaus e le foto mancanti
Storie e Notizie N. 1096
La donna ha portato in questi anni il suo obiettivo in molti luoghi dove la guerra e conflitti interni hanno lasciato alle spalle sofferenza e povertà.
Dallo stesso Afghanistan all’Iraq, dalla Striscia di Gaza ad Israele, dal Pakistan alla Turchia.
A lei le parole di oggi…
Sì, sono importanti.
Devono esser viste, con cura.
Prendendosi tutto il tempo.
Perché tra aggressori ed offesi c’è sempre spazio.
Sufficiente spazio per fare tanto.
Perfino metter fine all’inutile scempio.
Ma per arrivare a tanto occorre capire.
Occorre vedere.
E allora corri, Anja, corri e scatta.
Anzi, no.
Stai ferma dove sei, immobile.
Perché stavolta ci vuole mano ferma.
O forse perché capita che la vita che meriti attenzione è lei a venir da te.
Sembra facile, detto così, vero?
Non lo è.
Non è affatto facile farsi trovare in casa, laddove sia la verità a bussare alla porta della tua casa.
Perché ci vuole davvero coraggio per costruire quest’ultima dove abita la prima.
La tanto sottovalutata verità.
Delle immagini.
Già, proprio loro.
Nel mondo che di queste ultime ha reso la sua più micidiale arma di distrazione.
Di massa?
No, dell’individuo, del singolo individuo.
Distogliendolo dall’essenziale, ovvero il proprio simile e viceversa.
Ma quelle non sono immagini degne di questo nome e Anja l’ha sempre saputo.
Così come un amplesso rubato da un paparazzo complice, per dar lustro all’ennesima nullità travestita da celebrità, non reggerà mai il confronto con financo il più breve attimo di intimo incontro tra due corpi puramente disinteressati.
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Ora l’album di storie catturate intriso è arrivato alla fine dei suoi giorni.
Una sola istantanea sembra ora capeggiare sulle altre.
La tua, Anja, possibilmente con la macchinetta fotografica in bella vista.
Nondimeno, se questo è il tempo del ricordo, allora rammentiamo quel che non abbiamo potuto vedere tramite i tuoi occhi.
Gli innumerevoli scampoli di esistenze in movimento che hanno comunque invaso la tua mente come il tuo cuore, sopravvivendo ai flash della stampa.
Ma non per questo meno vere.
Tutt’altro.
Addio a te, Anja.
E a tutte le preziose foto mancanti…
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