Spagna 350 euro ai clandestini: il paese che offre di più
Storie e Notizie N. 1077
Leggo che il Ministero dell’Interno spagnolo si impegna a dare 500 dollari agli immigrati senza permesso di soggiorno che accetteranno di tornare nella propria terra d’origine.
La notizia mi ispira la seguente storia…
C’era una volta un paese che aveva uno scopo sopra tutti.
Allontanare dal proprio suolo tutti gli indesiderati.
Le persone che nessuno voleva accanto.
Ma neanche lontano, a meno che lontano fosse accettabile.
Ovvero al di fuori dei confini.
Leggi come fin dove arrivi la capacità di immaginazione di un popolo.
Indi per cui, chi di dovere si industriò nell’individuare la priorità.
In altre parole, la categoria in testa alla speciale classifica stilata proprio in base all’immaginazione di cui sopra.
Il presunto premio fu vinto dagli irregolari, gli stranieri privi di sufficiente documentazione, i non cittadini.
Sintetizzando, gli usurpatori del diritto più sacro, quello di poter restare.
Sempre secondo il livello di fantasia nel paese al centro di questo racconto, è chiaro.
500 dollari, circa 360 euro al cambio attuale, fu il prezzo concordato per acquistare l’addio degli intollerati intrusi.
Tuttavia, all’indomani della prima epurazione, gli abitanti si guardarono l’un l’altro, tutt’attorno e soprattutto dentro.
Perché fermarsi qui?
Cosicché, venne fuori uno che propose di fare lo stesso con gli zingari.
Vuoi dire i Rom? Chiese un altro.
E’ uguale, rispose il primo, tanto qual è la differenza?
Già, qual è...
E allora si offrirono agli zingari o i Rom, tanto per il paese era l’istesso, ben 1000 dollari per andarsene.
Via dagli occhi, via il problema.
Ovverosia, come dice il noto detto, occhio non vede, discriminazione non duole, o così mi pare.
Finì così?
Magari.
Magari per i non etero, infatti.
Poiché gli abitanti, come dire, d’origine controllata promisero addirittura 2000 dollari ad ogni omosessuale, lesbica o di qualsiasi altra preferenza sessuale non canonica, in cambio dell’accettazione di un biglietto di sola andata per…
Oh, qui sorse ovviamente un problema non da poco: qual era il paese d’origine dei gay?
Vennero fuori ipotesi improbabili e allora si arrivò ad un compromesso: la meta la decidessero loro, poi saranno cavoli del paese che li accoglierà.
Ne ebbero abbastanza?
Eh no, perché è storia vecchia, molto più vecchia di questo raccontino.
Quando l’uomo inizia con l’assecondare se stesso, nel meglio come nel peggio, non ne può più fare a meno.
E nel caso del peggio che il cielo, o chi per lui, protegga i deboli e gli inermi di quel paese.
Per farla breve, gli abitanti alzarono ogni volta la posta e pian pano convinsero a partire ogni tipologia di persona che ritenessero giustamente allontanabile.
Il finale è scontato, vero?
Ma lo racconto lo stesso, giusto per non lasciare la fine in bianco.
Ne rimase uno.
L’unico cittadino rimasto era il solo destinato a ritenersi perfettamente degno di esserci.
Il modello per tutti, anche se tutti non erano più lì.
Il più ammirato, perché colui con più diritti al tutto, che tutto non era più, perché ormai altrove.
Il più in ogni cosa, adorato incondizionatamente dal paese intero, ora svuotato.
Il più ricco, ovviamente, l’unico capace di offrire denaro ai nuovi estranei del momento, cioè tutti.
Passò un anno?
Macché.
Un mese?
Neppure una settimana, a dirla tutta.
E fu così che, dopo neanche un giorno di solitudine, il cittadino ideale, ma tale solo in compagnia degli imperfetti, offrì un miliardo di dollari a chi tra loro avesse voluto tornare nel paese.
Chiunque tra loro…
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