Storie sull'amicizia: quando mi hai salvato
Storie e Notizie N. 1082
Chiara Pirola, studentessa di 25 anni, è morta annegata sotto gli occhi del fidanzato per salvare il proprio cane dalla corrente del fiume Brembo.
Per ricordarne l’amore e il coraggio…
Mi hai salvato.
Sì, lo hai fatto.
Tante di quelle volte che non potrò mai citarle tutte.
Ma ne ricordo molte e questo mi basta.
Mi hai salvato il giorno che mi hai accolto in casa tua.
Tra le tue braccia.
E soprattutto nella stanza più importante nel tuo petto.
No.
Non parlo del cuore.
Non ho mai ambito a tanto.
Accanto, sì, quello sì.
Dell’organo che batte e da ritmo alla tua vita mi è sempre bastata la musica.
La colonna sonora per qualcuno che ama.
Che mi ha amato.
Mi hai salvato, sì, lo hai fatto.
Ogni giorno della nostra vita insieme.
Donandomi una parentesi perfetta in una normalissima eternità.
Perché quelli come noi, che hanno davvero avuto cura l’uno dell’altra, sanno molto bene che il tempo che vale deve avere un inizio.
E una fine.
Il problema, semmai ce ne sia uno, è che possiamo scrivere solo il primo.
I the end di questo mondo, il sipario che chiude, i titoli di coda, non ci riguardano.
La fine, qualunque essa sia, possiamo solo viverla con la stessa forza e passione con la quale abbiamo interpretato le scene precedenti.
Leggila come la coerenza delle star che vincono il tempo.
Le attrici meravigliose che, innanzi alle aspiranti del momento, ti costringono a dire la solita frase.
Ah, be’, ma lei era un’altra cosa.
Tu lo eri.
Perché mi hai salvato con uno sguardo, quel giorno o quella sera, non importa quando.
Perché non eri tenuta a farlo.
Nessuno ti avrebbe mai criticato per il contrario, anzi.
E’ un dovere scritto quanto tacito preoccuparsi solo di se stessi e concentrare la maggior ampiezza possibile degli occhi sull’indispensabile.
Un trucco ben armonizzato con l’abito.
L’abito in sintonia con la scenografia intera.
E la scenografia intera adorata e mai dissuasa, in colori e forme.
No, tu hai mostrato le spalle a tutto questo e mi hai guardato.
Evitandomi il peggio senza nemmeno rendertene conto.
I salvataggi migliori, in effetti.
Senza premio all’orizzonte.
E con un’immane gratitudine che cresce, lì, nell’ombra, dove gratitudine non ti aspetti.
Ora, ad esempio.
Tanta da farmi gridare a tutti che, malgrado quel che dicano costoro, tu mi hai salvato.
E sei lì che mi salvi, ancora.
Ancora.
E ancora sarà, finché avrò la forza di raccontarlo…