Storie di fantascienza: Regno delle presunte scoperte

Storie e Notizie N. 1090

Leggo che grazie a Chad Truyjillo e Scott Sheppard, astronomi addetti al telescopio NOAO in Cile, il sistema solare è diventato più grande.
Difatti, pare che i due abbiano osservato per la prima volta un nuovo pianeta, un pianeta nano…

Mi chiamo 2012 VP113, per gli amici Biden.
E sono piccolo.
Nano, giusto?
Quindi piccolo.
Che fantastica coincidenza, però.
Qualcosa di piccolo che rende più grande qualcosa di immenso come il sistema solare.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che, essendo un pianeta, sono tutto fuorché piccolo.
Sì, d’accordo, ma è scontato, dai.
E’ la relatività, nessuno vi sfugge.
Prendi un uomo come tanti.
Nel suo paese è un principe, in quell’altro è un clandestino, in un altro ancora è una forza lavoro, e magari, laddove ritorni a casa, c’è stata la guerra e non ha più niente con cui vivere.
No, perché la legge della relatività non è solo una fredda equazione tra massa ed energia.
E’ qualcosa di molto più complesso.
Talvolta doloroso.
Quasi sempre inevitabile.
Ma nelle storie accade di tutto.
E allora, in questa, capita che il sottoscritto, il pianeta nano, invece di starsene a crogiolarsi sugli allori guadagnati, rimetta tutto in discussione annunciando altre scoperte.
Ne ho un intero regno, intorno a me.
Ovviamente, presunte tali.
Perché se erano già qui, magari da milioni di anni, come si fa a chiamarle scoperte?
Ecco… questo non lo dite agli astronomi, altrimenti ci ripensano.
E mi perdo anche questi ultimi secondi di gloria.
Tre, due, uno.
Zero.
Ero la sorpresa.
Presunta.
Ero il primo pianeta nano del sistema solare.
C’è n’è un altro, molto più piccolo di me.
E’ lì, lo vedete?
No?
Capisco, dev’essere perché siete dritti in piedi.
Questo va osservato a testa in giù.
Adesso? Ancora niente?
Certo, perché dovete infilare i mignoletti delle mani nelle rispettive orecchie.
Sempre nulla?
Ops, dimenticavo la cosa più importante.
Dovete cantare.
Sottovoce, eh? Altrimenti vi prendono per pazzi.
Qualsiasi canzone, intonati o meno, non fa differenza.
Ciò che è davvero fondamentale è che a tempo con la melodia strizziate a turno gli occhi.
Ecco, adesso sì che lo vedete.
E’ bello, vero?
Faccio un passo indietro, torno nel buio di prima e regalo a lui la scena.
Per chi nel buio ha sempre vissuto, le vere scoperte sono gli inaspettati doni del prossimo.