Storie di donne: il primo sorriso
Storie e Notizie N. 1040
Stefanie Grant è una ragazza di Londra che, grazie alla 'chirurgia dei sentimenti', come l’ha definita lei, a 25 anni ha ricominciato a sorridere, dopo aver vissuto impossibilitata a farlo a causa di una malformazione che a 13 anni le ha fatto perdere ben 7 denti. Costretta a portare l’apparecchio sino a due anni fa, racconta di aver sofferto anche perché, a causa della sua immobilità nell’espressione, veniva derisa e chiamata mostro (freak).
Dedico le seguenti parole ai meravigliosi mostri di questo mondo.
E al loro primo sorriso…
Eccoci.
Siamo qui, in scena.
In strada, in piazza.
Sul metrò.
Ci chiamano mostri.
Così ci rappresentano, ovvero, in tal guisa ci catalogano.
Abnormi e diversi, anormali e strani, orrendi e sbagliati, sgraziati e più che mai fuori luogo.
Colpevolmente fuori luogo.
Niente di nuovo, via aggettivando, tra imbarazzanti sinonimi e spiacevoli ridondanze.
Certo, c’è la favola, il film e il romanzo che stravolgono gli equilibri.
D’accordo, sappiamo come vanno le cose.
Colpo di bacchetta e l’orco diventa l'eroe, il ranocchio un adone, la bestia è più bella di quello che si pensi e non tutti i bei faccini sono il buono della storia.
La fantasia è un adorabile balsamo e chi tra noi potrebbe negarlo?
Ma la realtà è lì.
La più spietata delle narrazioni è sempre lì, fuori della finestra della camera.
Al di là della porta di casa.
Leggi pure ovunque.
L’unica in cui non puoi chiedere asilo neppure se ne avresti diritto.
Perché sei un mostro.
O ti hanno sempre trattato come tale, visto che differenza non c’è.
Nondimeno, anche se fiaba non è, pure nell’universo reale, di tangibili verità composto, vi è il rimedio al peggiore dei malefici.
Quello di nascere mostro.
O di essere così additato, dato che uguale riverbero hanno entrambi in un cuore ferito, seppur di tradizionale forma e colore. Ahinoi, invisibile come quello di tutti.
E hai voglia a cercare di far notare il resto, per far cadere il crudele castello di carte in cui sei imprigionato.
Sì, però sono intelligente.
Sì, però sono anche una brava ballerina.
Sì, però ho una bella voce.
Sì, però…
Sì, però sei sempre un mostro.
Sempre?
No, non per sempre.
Anche noi abbiamo il nostro bacio liberatore.
E non abbiamo bisogno del soccorso di principesche labbra, guarda un po’.
Non serve l’intervento di una comprensiva maga o di un paterno stregone, malgrado sarebbero stati graditi assai, in passato.
Tuttavia, visto che mai si son fatti vedere, noi mostri abbiamo compreso che per liberarci di questa condanna del dio delle forme vi è una sola via.
Incredibilmente ardua da percorrere, immensamente a prova di tempra e carattere.
Ma è l’unica strada ed è questo, forse, l’unico aiuto.
Non capita spesso, ma laddove giunga l’attimo non dobbiamo lasciarcelo scappare.
Ecco, è ora.
Coraggio, alziamo la testa.
Forza, apriamo gli occhi allo spasimo.
Facciamolo insieme, adesso e guardiamolo.
Anzi, ammiriamolo in silenzio.
Il sorriso di colei che come noi fu disegnata.
Mostro.
E alla luce di tale inaspettato prodigio osserviamo con la retta chiarezza quel che immeritatamente ci ruotava attorno.
L’orribile e pestilente girotondo delle prepotenti normalità.
Al prossimo sorriso...