Storie di razzismo: razzisti primitivi
Storie e Notizie N. 1047
Leggo che, secondo uno studio pubblicato su Nature, gli uomini Europei di 7000 anni fa avevano la pelle scura e gli occhi blu.
Ma ciò che lo studio non dice è che anche allora gli immigrati trovavano nel nostro continente vita difficile, come emerge difatti dalla traduzione di un apocrifo graffito sintetizzata qui di seguito.
Dipende come sempre - da prendere alla lettera - dai punti di vista…
Noi uomini primitivi Europei eravamo razzisti, ma cercate di capirci.
E’ che dovevamo prima pensare alle nostre pellicce.
Questi qua arrivavano a bordo dei loro stegosauri e pretendevano di cacciare i nostri mammut e raccogliere le nostre felci.
Le feci, casomai.
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D’altra parte, è la natura che aveva deciso così. Natura con la a e non la e, è chiaro, altrimenti ci si confonde con la nota rivista che nel lontano futuro ci scoprirà, ma non la dirà tutta su di noi per mere beghe di redazione.
Costoro erano diversi da noi altri, diciamola tutta.
Potremmo citare il pelo sulle spalle, ovvero ovunque, ispidamente arricciato anziché forzatamente allisciato, la fronte sporgente a terrazzo verandato invece che balconata angolare, la camminata ciondolante tipo orso ubriaco piuttosto che quella oscillante tipo balena spiaggiata causa overdose di plancton.
Ma sarebbero bazzecole.
Ciò che ci distingueva dall’uomo primitivo migrante era sotto gli occhi di tutti e mai tale espressione era stata più ad hoc.
Difatti, laddove i sottoscritti avevano la pelle scura e gli occhi chiari, il primitivo ramingo aveva la pelle scura e gli occhi scuri.
Certo, ci provavano talvolta a sviare i controlli al confine, presentandosi con le palpebre abbassate per i più fantasiosi motivi.
C’erano ovviamente i ciechi improvvisati e quelli bendati a causa di fantomatiche infezioni alla cornea, gli allergici cronici ai raggi del sole e i narcolettici perenni.
Tuttavia, ci avevamo fatto il callo e se non mostravi gli occhi da noi non si entrava.
Ed era inutile, poi, avvalersi di provvidenziali lenti a contatto colorate, perché oramai li avevamo sgamati.
Gli unici a farla franca erano gli affetti da cataratta ed erano i casi più difficili da stanare, ma ci stavamo attrezzando anche per questo.
Qualche progressista dell’ultim’ora se ne uscì rammentandoci di quando eravamo noi ad essere discriminati, nella fattispecie dagli uomini primitivi d’oltre oceano.
Costoro avevano anch’essi la pelle scura ma gli occhi verdi e ci canzonavano per il blu delle nostre pupille.
D’altra parte, gli uomini primitivi d’oltre oceano non è che potevano fare gli schizzinosi, visto che anche loro erano arrivati dopo poiché sulla loro terra ci abitavano gli uomini primitivi cosiddetti nativi, che avevano pure loro la pelle scura, ma gli occhi rossi.
Li chiamavano pelle rossa e loro si arrabbiavano perché preferivano essere definiti nativi. E, casomai, occhi rossi e non pelle, ma sono dettagli.
Ovvero, sembrano tali.
Come disse l’uomo di Cro-Magnon, gli occhi sono la caverna dell’anima, perché lo specchio non l’avevano ancora inventato.
D’altra parte, ai nostri tempi la pelle scura ce l’avevamo tutti.
E l’unica cosa a cui potevamo attaccarci era il colore degli occhi.
Ma che volete farci, eravamo primitivi.
A quei tempi non avevamo l’intelligenza e la maturità sufficienti per andare oltre alle apparenze.
Beati voi che vivete nel futuro.
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