Storie di bambini: i diritti d’asilo
Storie e Notizie N. 1004
Autumn Elgersma, una bambina di tre anni, è stata uccisa dalla maestra perché si rifiutava di togliersi il cappotto.
E’ accaduto ad Orange City, negli Stati Uniti, per mano di Rochelle Sapp, sua insegnante e direttrice dell’asilo nido.
Asilo, ovvero ricovero, rifugio.
Forse dovremmo ri-scriverne i diritti…
Aggiornamento: questo racconto è contenuto nel libro Roba da bambini, (Tempesta Editore - 2014)
I bambini, tutti, allorché usufruiscano d’asilo, qualsiasi asilo, meritano al contempo un numero indefinito di diritti.
Ce l’avevano prima di entrarci, figuriamoci dopo.
Altrimenti dovremmo trovare un’altra parola.
Asilo sarebbe vergognosamente contraddittorio.
E’ probabile che parcheggio sarebbe più onesto.
Raccontiamoli così, senza un ordine preciso.
Pensiamo, che so, ad una bimba di tre anni, concentriamoci su di lei e andiamo a braccio.
Anzi, a cuore.
Il primo che da quest’ultimo mi balza in testa, il diritto di sorridere.
Ma che dico, ridere, a squarciagola, più o meno sguaiatamente, di una risata irriverente e buffa, fragorosa e contagiosa.
Che interrompe un discorso come il pensiero di qualsiasi adulto nei paraggi.
Perfino la maestra o il maestro.
Soprattutto costoro.
Per un senso di equilibrata equità, ovvero a bilanciare l’equazione per eccellenza nelle emozioni infantili, ecco il diritto di piangere.
Nelle forme preferite.
Lagna, piagnucolio, sommesso lamento o strepitio rompi timpani rientrano, nessuno escluso, nelle possibilità lecite.
Capisco, credetemi, capisco alla perfezione le conseguenze per udito quanto per il sistema nervoso.
Tuttavia, responsabilità del cammino di una vita all’inizio della via diviene sinonimo di una sola parola.
Conseguenze, piacevoli e più che mai non.
Altrimenti, a questo mondo c’è molto altro da fare, nessuno si senta obbligato a prendersi l’impegno.
Il diritto di giocare.
In qualsiasi momento e per qualunque ragione.
Con chiunque e ogni cosa.
Anche quando il programma prevede altro.
Perché, in realtà, è sempre stato quello il vero programma.
Ovvero un foglio in bianco.
Pronto ad accogliere il frutto dell’immaginazione dell’attimo.
Il colore, l’idea, il desiderio.
Poiché anche nel più enigmatico scarabocchio può celarsi un’irripetibile opera d’arte.
Di fantasia e tecnica purissime.
Sfido chiunque a dissentire, se di arte vive.
Se così procedessi, di diritto in diritto, questa pagina non potrebbe mai essere abbastanza grande.
Per nostra fortuna, non serve ricordarli tutti.
E’ sufficiente ascoltarli quando vengono reclamati dagli interessati.
Come il diritto a tenere indosso il cappotto.
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