Ragazzo gay suicida: pensa a me
Storie e Notizie N. 937
“Sono gay. Tutti mi perseguitano, mi dispiace non ce l’ho fatta. Sono circondato da gente senza cuore, ho tutti contro. Addio, mamma”. Queste sono alcune delle parole che il giovane sedicenne ha lasciato su Facebook prima di gettarsi dalla finestra della sua scuola, a Roma.
E’ fortunatamente salvo, tuttavia, il mio pensiero va a tutti coloro che potrebbero prendere la medesima via.
Quando stai per lanciarti nel vuoto, pensa a me.
Sono il domani che non conosci, il dì che nessuno può prevedere.
Io sono il lunedì, il martedì e qualsiasi altro frammento d’orizzonte ancora da disegnare che i poveri di immaginazione chiamano settimana.
Io sono quel giorno, quello in cui non vorrai averla mai presa, questa terribile decisione.
Quando stai per farla finita, pensa a me.
Sono la donna con cui vivrai un minuto e nulla più.
Sono l’uomo che ti farà ridere anche solo per un secondo.
Questo secondo.
Donna o uomo, sono la persona per la quale penserai che ne è valsa la pena, sopravvivere al dolore.
E' solo che non mi conosci ancora.
Quando stai per abbandonare il mondo, pensa a me.
Sono il gesto che non penserai di poter mai fare e, credimi, non è quello che stai per fare ora.
Sono un’azione semplice, per molti insignificante, ma per te, solo per te, straordinaria solo sussurrandolo.
Figuriamoci strillandola ad alta voce a quello stesso mondo a cui stai per dire addio.
Quando stai per spegnere la luce, la tua, per sempre… chiudi gli occhi e pensa a me.
Sono uno come tanti, o pochi, ma questo non conta, giusto?
Uno di quelli che ha preso la tua medesima strada ottenendo nient’altro che il titolo di punta sulle prime pagine dei giornali.
Per un giorno, uno solo, stai a vedere.
Stupiscimi, dimostrami che almeno in questo ho avuto successo, ovvero indicarti un’altra via.
Quando stai per tagliare l’ultimo esile filo che ti lega a questa terra, pensa a me.
Sono la terra, tutta la terra, non quella che hai percorso fino ad oggi.
E neanche quella che potresti far tua in una vita intera.
Sono quella che rimane, che brilla e pulsa in ogni istante, tutto intorno e dietro di te.
Più che mai davanti.
Sono l’universo che è sempre stato lì, nel lato cieco ai tuoi occhi ricoperti di lacrime, per quanto giuste.
Libera lo sguardo e prova ad osservarmi o immaginarmi, scegli tu, e poi dimmi se quel che oggi ti opprime regge il confronto con la mia bellezza.
E se proprio non riesci a pensare a noi, quando stai per mollare tutto, pensa a te.
Sì, a te.
Forse non lo sai, anzi, è sicuro, ma a tua volta potresti essere la ragione per la quale altri desistono dall’arrendersi e decidono di continuare a camminare.
Altri che come te stanno meditando la fine.
Altri come te.
Che grazie a te vivranno ancora.
Perché hai deciso di pensare a loro.
A noi.
E a te...
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