Storie di animali e amicizia
Storie e Notizie N. 870
Gli inseparabili.
Così il vecchio contadino soleva chiamare Taddeo e Martin, i nostri nonni.
Erano talmente affezionati che anche quando li scioglieva a fine giornata, nessuno dei due era in grado di allontanarsi dall’altro.
Che volete farci, erano altri tempi, quelli.
Era molto più facile andare d’accordo, non avevano ancora inventato… come si chiama quella vostra parola? Ah, concorrenza.
La concorrenza è tutto, nella vostra vita.
E si deve pur esser disposti a tutto per ottenere quel tutto, non è così?
Carte false ed estremi rimedi sono il minimo per guadagnare il podio, il record, la testa della classifica.
Ovvero il massimo numero di vendite.
Anche se non hai niente da vendere, contano i numeri, vero?
I poeti.
Così il figlio del vecchio contadino chiamava i nostri genitori, Taddeo II e Martin Junior.
Non erano inseparabili quanto i nonni, tenevano alla rispettiva privacy, alla sacrosanta intimità.
Un cavallo è un cavallo, diceva sempre Taddeo II.
E il manzo, allora? Saltava su Martin Junior. Mica nitrisce, lui, muggisce, casomai.
E’ così, ci tenevano particolarmente alla propria identità.
D’altronde il bello di una fattoria è che ci puoi trovare tanti animali diversi e ognuno serve a qualcosa, qualcosa di particolare, di unico.
L’unicità è importante, basta non fare confusione.
Se poi la confusione la si fa apposta, be’, allora è un altro conto.
Erano i tempi, cercate di capire.
I polemici.
Ecco come ci chiama noi altri il nipote del vecchio contadino.
Taddeo II Junior e Martin III, nipoti e figli di cotanti cavalli e manzi.
Perché ci chiama così?
Perché a suo avviso tendiamo un po’ troppo a borbottare, a replicare su qualsiasi argomento e a creare una diatriba su tutto.
Chissà, forse anche in questo caso sarà colpa dei tempi.
Ad ogni modo siamo qui per dirvi che la nostra carne fa male.
Sì, la carne di cavallo fa male, malissimo, lo zoccolo vi rimane sullo stomaco, per non parlare del ferro a forma di suddetto.
Senza citare la criniera.
E la sella.
Ma anche quella di manzo fa morire, sul serio, è carne mortale, ieri è morto uno, non ci ricordiamo chi fosse, poveraccio.
Se poi mischiate le due, attenti a voi.
Carne di cavallo e di manzo insieme, ma siete impazziti?
Fanno reazione, fanno. Gli atomi si bruciano e scoppia tutto.
Pericolo, pericolo.
…
Ecco, ehm.
Va bene, va’, i nostri padri ci hanno appena scoperto e ci hanno detto di dirvi la verità.
Noi non sappiamo se facciano male o meno.
Volevamo sfruttare questo scandalo della carne di cavallo spacciata per manzo per tirare acqua al nostro mulino, anzi alla stalla.
Cavolo, una bella diminuzione dei macelli sarebbe stata gradita.
Scusate, avevamo dimenticato che, come la concorrenza, anche la menzogna è roba vostra.
Anche a costo di finire ancora nei vostri piatti, ci teniamo la nostra integrità.
E forse, a noi va bene così.
Il problema di chi fidarsi rimane vostro.
Leggi altre storie di animali.
Gli inseparabili.
Così il vecchio contadino soleva chiamare Taddeo e Martin, i nostri nonni.
Erano talmente affezionati che anche quando li scioglieva a fine giornata, nessuno dei due era in grado di allontanarsi dall’altro.
Che volete farci, erano altri tempi, quelli.
Era molto più facile andare d’accordo, non avevano ancora inventato… come si chiama quella vostra parola? Ah, concorrenza.
La concorrenza è tutto, nella vostra vita.
E si deve pur esser disposti a tutto per ottenere quel tutto, non è così?
Carte false ed estremi rimedi sono il minimo per guadagnare il podio, il record, la testa della classifica.
Ovvero il massimo numero di vendite.
Anche se non hai niente da vendere, contano i numeri, vero?
I poeti.
Così il figlio del vecchio contadino chiamava i nostri genitori, Taddeo II e Martin Junior.
Non erano inseparabili quanto i nonni, tenevano alla rispettiva privacy, alla sacrosanta intimità.
Un cavallo è un cavallo, diceva sempre Taddeo II.
E il manzo, allora? Saltava su Martin Junior. Mica nitrisce, lui, muggisce, casomai.
E’ così, ci tenevano particolarmente alla propria identità.
D’altronde il bello di una fattoria è che ci puoi trovare tanti animali diversi e ognuno serve a qualcosa, qualcosa di particolare, di unico.
L’unicità è importante, basta non fare confusione.
Se poi la confusione la si fa apposta, be’, allora è un altro conto.
Erano i tempi, cercate di capire.
I polemici.
Ecco come ci chiama noi altri il nipote del vecchio contadino.
Taddeo II Junior e Martin III, nipoti e figli di cotanti cavalli e manzi.
Perché ci chiama così?
Perché a suo avviso tendiamo un po’ troppo a borbottare, a replicare su qualsiasi argomento e a creare una diatriba su tutto.
Chissà, forse anche in questo caso sarà colpa dei tempi.
Ad ogni modo siamo qui per dirvi che la nostra carne fa male.
Sì, la carne di cavallo fa male, malissimo, lo zoccolo vi rimane sullo stomaco, per non parlare del ferro a forma di suddetto.
Senza citare la criniera.
E la sella.
Ma anche quella di manzo fa morire, sul serio, è carne mortale, ieri è morto uno, non ci ricordiamo chi fosse, poveraccio.
Se poi mischiate le due, attenti a voi.
Carne di cavallo e di manzo insieme, ma siete impazziti?
Fanno reazione, fanno. Gli atomi si bruciano e scoppia tutto.
Pericolo, pericolo.
…
Ecco, ehm.
Va bene, va’, i nostri padri ci hanno appena scoperto e ci hanno detto di dirvi la verità.
Noi non sappiamo se facciano male o meno.
Volevamo sfruttare questo scandalo della carne di cavallo spacciata per manzo per tirare acqua al nostro mulino, anzi alla stalla.
Cavolo, una bella diminuzione dei macelli sarebbe stata gradita.
Scusate, avevamo dimenticato che, come la concorrenza, anche la menzogna è roba vostra.
Anche a costo di finire ancora nei vostri piatti, ci teniamo la nostra integrità.
E forse, a noi va bene così.
Il problema di chi fidarsi rimane vostro.
Leggi altre storie di animali.