Storie sull'amicizia: Sepolta viva salva per anello


Storie e Notizie 493

Un diamante è per sempre, così dicono.
Non so se sia vero.
Probabilmente non lo è, come quello incastonato nell’anello che mi ha regalato Marcin, il mio Marcin.
Ma questo non importa, perché queste cose non contano mai quando sia ama davvero.
Mi chiamo Michelina e vengo dalla Polonia.

Cioè, vivo in Inghilterra ormai da tempo ma sono così abituata a dover chiarire da dove sono partita che è ormai un’abitudine aggiungerlo.
Certe volte mi chiedo quanti anni dovranno passare ancora fino al giorno in cui dove sono ora, e soprattutto domani, sarà più importante per gli altri.
Gli altri, che fino a ieri mi vedevano come molte uguali a me.
Una straniera, un’immigrata, ovvero una delle tante donne e uomini che inseguono semplicemente la vita ovunque essa si trovi e che sono pronti a lottare con ogni mezzo per poter respirare un’aria migliore.
Una sera di qualche giorno fa mio figlio Jakub, che ha tre anni, mi ha chiamato a squarciagola dal bagno.

Marcin, il mio Marcin, era andato a prendere mia suocera ed io, dopo aver fatto cadere la tazzina del caffè, mi sono precipitata, improvvisamente terrorizzata all’idea che gli fosse successo qualcosa di brutto.
Invece il mio bambino era lì, tranquillo, di spalle e in piedi davanti al bidet, con il capo chinato su di esso.
“Vieni, mamma”, ha detto senza voltarsi, sentendomi arrivare sulla soglia, “vieni a vedere…”
Così, tranquillizzata, mi sono avvicinata e ho visto il motivo di tanta eccitazione.
Un ragno, un piccolo ragno annaspava nell’acqua con la quale Jakub aveva riempito il bidet, per osservare rapito l’insetto in difficoltà.
Ecco, guardare quell’animale che cercava di sottrarsi ad un destino ormai segnato mi ha fatto pensare a me, a noi, ai tanti di noi che lottano strenuamente per sopravvivere all’ingiustizia della sorte.
Poi ho guardato mio figlio e visto voi, non tutti, non voglio generalizzare, ma i tanti tra voi che al riparo di una finestra, del parabrezza dell’auto o dello schermo televisivo ci osservate e spesso ci temete e ci disprezzate, dimenticando che stiamo facendo ciò che ogni essere vivente farebbe al nostro posto.
Così, ho messo la mano nell’acqua e ho tratto in salvo il ragnetto.
Jakub mi ha guardato prima sorpreso e poi ha disegnato sul volto un sorriso felice.
E’ stata l’ultima volta che l’ho visto sorridere. In quel momento Marcin, il mio Marcin, è rientrato in casa con sua madre e noi siamo usciti.
Ero contenta, quella sera ero particolarmente contenta, era un po’ che non uscivamo insieme, da soli, noi due. Era maggio e, sebbene fossimo in Inghilterra, si stava bene in strada, ancora meglio fuori città, dove avevamo prenotato.
I ristoranti sono più economici se ti allontani dal centro, lo sanno tutti.
Parcheggiammo l’auto in una zona tranquilla, forse troppo.

E’ lì che Marcin, il mio Marcin, ha creduto di uccidermi con quella cosa che elettrifica, non ricordo come si chiama.
So solo che sono viva, che ero viva.
Che ero ancora viva quando mi sono svegliata in un cartone, sotto terra.
Posso dire con certezza che nessuno di voi avrà la più pallida idea di quanto panico ho provato in quel momento.
In quell’attimo, sola e con la morte in agguato mi è venuta in aiuto la mia più fedele amica: la memoria.
Così mi sono rammentata di quel ragno, di quel piccolo ragno e della mano che l’aveva salvato.

La mano destra, dove porto l’anello al quale l’insetto si era aggrappato per fuggire dall’acqua.
Un diamante è per sempre, così dicono.
Non so se sia vero.
Probabilmente non lo è, come quello incastonato nell’anello che mi ha regalato Marcin, il mio Marcin e che comunque è stato capace di tagliare il cartone e riportarmi alla vita.
Ma questo non è importante, perché queste cose non contano mai quando sia ama davvero.
Senza Jakub sarà difficile continuare il mio viaggio.
Spero solo che nei tre anni che ha vissuto sia stato felice come l’ultima volta che mi ha sorriso…

La Notizia (Corriere della sera): Sepolta viva dal compagno, si salva.