Esame terza media e prova di italiano onesto
Tra lunedì e oggi gli studenti affronteranno la prova di italiano.
Tredici anni.
E’ un’età importante, come tutte quelle che scorrono attraverso la fase che considero più interessante della nostra vita: l’adolescenza.
Il periodo in cui ognuno di noi cova dentro un enorme bisogno di essere ascoltato.
A ragione, aggiungo io.
Ciascuno di noi adulti dovrebbe prestare molta attenzione a quel che le ragazze e i ragazzi scriveranno in questi giorni.
E non per retorici quanto ipocriti principi, tipo perché questi giovani saranno gli adulti di domani.
E’ oggi che meritano le nostre orecchie e i nostri occhi.
Perché anche adesso, senza dire o fare alcunché, sono talvolta migliori di noi.
La Storia:
Tema: Sono confuso.
Svolgimento:
Ho tredici anni e sono confuso.
Sono confuso per tanti motivi, ma vado per ordine.
Prima di tutto, sono confuso leggendo le tracce che ci avete proposto.
E’ uno scherzo? No, perché se questo è uno scherzo di mio fratello, ditelo, eh?
Lui me ne fa di continuo, ma io non me la prendo troppo, perché non sono mai crudeli.
Fastidiosi, sì, e io mi ci arrabbio un pochino, ma il giorno dopo non ricordo più perché e va bene così.
E va bene così lo dice sempre mia madre, per intendere che si può andare avanti, che non è successo nulla e che ben altro ci aspetta.
Ma stavo parlando delle tracce.
Riflettendoci con attenzione, non può essere uno scherzo di mio fratello.
Voi non sapete nemmeno chi sia.
A malapena conoscete me, figuriamoci lui, che alle scuole medie ancora ci deve arrivare.
Perché dico che mi conoscete a malapena?
Per lo stesso motivo per il quale penso che questa prova di Italiano sia tutto uno scherzo.
Se mi conosceste un pochino, non tantissimo, non mi avreste proposto proprio queste tracce.
Perché io questo tema l’ho già fatto e dentro ce le ho messe tutte.
Proprio la scorsa domenica ho scritto una lettera a mio cugino, che per me è come un amico.
Eccone uno stralcio:
Caro cugino,
questa settimana ci sono gli esami.
Non sono nervoso.
Sì, un po’ di paura ce l’ho, ma sono più di tutto confuso.
In questi tre anni di scuola i professori ci hanno raccontato tante cose.
L’insegnante di storia ci ha descritto il ‘900.
Ci ha detto che in Italia c’è stato il fascismo ma che nel 1943 è caduto. E allora perché Freedom Press, quando stila la classifica sulla libertà di stampa, afferma che siamo un paese semi libero?
La prof ci ha detto che nel 1946 l’Italia è diventata una repubblica, cioè una nazione in cui il potere appartiene a una parte vasta del popolo. Ma allora perché i miei, da quando ho orecchie, li sento dire che siamo comandati da un solo uomo, che fa sempre quel che gli pare?
Ci ha detto anche che nel 1989 è caduto il muro di Berlino e che questo evento ha segnato il crollo del comunismo e la fine delle divisioni in Europa. E allora perché il tg ha detto che in Ungheria e in Macedonia stanno costruendo nuovi muri?
La nostra professoressa ci ha parlato anche della seconda guerra mondiale.
Ci ha spiegato che a causa delle atrocità compiute durante quest’ultima, gli stati firmarono nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Perché ancora oggi la maggior parte di loro non la rispetta?
Perché ancora oggi la maggior parte di loro non la rispetta?
Perché dopo milioni e milioni di morti, esiste ancora gente che considera la guerra come una possibilità?
Perché dopo milioni e milioni di propri morti, esiste ancora gente che considera il genocidio di una popolazione come una forma di difesa?
Sono confuso, ma non intendo restare con le mani in mano a fare da spettatore.
All’inizio di quest’ultimo anno di scuola media ho fatto un progetto, a cui mi ci sono dedicato con tutto me stesso.
Ma non lo rivelerò.
Non mi fido di voi.
Siete voi che dovete fidarvi di me.
Tanto, non potrò certo fare più danni di voi...