Storie sugli alberi: L’albero di Giovanni Falcone siamo noi

 

Storie e Notizie N. 167

Sabato pomeriggio, alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti, è stato compiuto l’ennesimo oltraggio alla memoria del nostro paese.
Qualcuno ha rubato le foto e i messaggi lasciati in ricordo di Giovanni Falcone su un albero, anch’esso a lui dedicato.
L’albero Falcone è lì, a Palermo, in via Notarbartolo 23, da ben diciotto anni.
E’ un simbolo fondamentale per il nostro paese.
Credo che ciò che è accaduto sia un fatto di una gravità inaudita e sento il dovere di scriverlo qui, ora, anche solo per ricordarlo a me stesso.
Perché la memoria è la cosa più importante che abbiamo…

La Storia:

L’albero di Giovanni Falcone siamo noi.
Noi che siamo lì, testimoni silenziosi, fermi ed immobili a guardare la vita che scorre intorno a noi.
Siamo la signora alla finestra che aspetta che avvenga qualcosa da poter raccontare.
Siamo l’uomo dietro il finestrino fermo al semaforo, che fissa torvo lo sguardo riflesso nello specchietto dell’uomo alle sue spalle, anche lui dietro al finestrino fermo al semaforo, che guarda torvo lo sguardo riflesso di tutti gli altri.
Siamo la vecchietta in coda, che aspetta paziente con gli occhi che volano dal prezioso bigliettino stretto nelle mani alle persone che la dividono dal traguardo.

L’albero Falcone siamo noi.
Noi che vediamo, che ascoltiamo, che sappiamo.
Siamo la faccia nella folla che si ferma puntualmente ad ammirare la morte degli altri, gioendo in segreto del non essere protagonista della scena.
Siamo il turista, la presenza di passaggio, la persona in vacanza con l’inalienabile diritto a distrarsi da se stessa, figuriamoci dagli altri.
Siamo il popolo degli spettatori, con un occhio allo schermo e l’altro al prossimo pulsante del telecomando.

L’albero della memoria sfregiata siamo noi.
Noi che ogni giorno facciamo di tutto per convincerci che quel che di brutto accade in Italia riguarda sempre chi di dovere.
Noi che non siamo mai entrati nel palazzo dove abitano quelli del chi di dovere.
Noi siamo solo quelli che ce li mandano.
Ma siamo anche migliori di noi stessi quando troviamo il coraggio di parlare, di assassinare il nostro colpevole silenzio e di rendere omaggio ad un eroe vero…

L’albero a cui sono state rubate le parole del ricordo siamo noi.
Un albero spoglio, ferito, violentato, umiliato, ammutolito.
Perché c’è qualcosa di peggio che cancellare la memoria di un paese ed è togliergli anche le parole per ricordarla…

Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.