Storie di razzismo sui giornali e come lo alimentano


Sono da sempre ossessionato da un motto: le parole sono importanti.
Sarà forse perché adoro leggere almeno quanto scrivere ed esse devono essere importanti per il sottoscritto, altrimenti sto indubbiamente perdendo tempo, anche qui, su questo blog.
Nel 2003, sebbene rivisto oggi rilevi in esso molte ingenuità, scrissi un articolo sul razzismo nei media. Per un anno intero ogni giorno ho scelto una notizia, carta stampata e televideo, che a mio avviso alimentasse il razzismo nel lettore. Come una sorta di esperimento, mi sforzai di mettermi anche dal punto di vista di quest’ultimo, con l’intento di verificare il risultato alla fine del viaggio.
Ebbene, fu sorprendente, perlomeno per me e mi fece riflettere sul fatto che chiunque, veramente chiunque, se sottoposto quotidianamente ad un bombardamento continuo dello stesso messaggio prima o poi rischia di subirlo.
Le parole sono importanti, insomma.
Sono trascorsi sei anni da allora, ma le cose non sono cambiate affatto.
Ieri l’Ansa pubblica questo articolo: E' stato fermato dai carabinieri a Roma un uomo di 30 anni, proprietario dell'auto che stamani ha investito e ucciso un medico di 77 anni.
Di conseguenza, su quasi tutti i giornali si diffondono notizie come questa: Uccide pedone, preso pirata della strada.
Pedone e soprattutto pirata della strada.
Concetti anonimi, senza volto. Tutti e nessuno. Siamo tutti pedoni e, ammettiamolo, siamo in tanti, incredibilmente tanti a superare spesso i limiti di velocità vigenti, italiani e stranieri, non c’è differenza, almeno qui.
Altro articolo interessante, sempre dall’Ansa di ieri: In provincia di Cuneo un uomo di 69 anni ha ucciso la convivente sparandole con un fucile. E' stato arrestato.
Ed è questa la notizia che gira quasi ovunque: Litiga con la convivente e la uccide, arrestato dai carabinieri.
Un soggetto sottinteso, un uomo qualunque, ancora una volta tutti e nessuno di fronte alla morte di un’altrettanto generica convivente.
Nella fattispecie, leggendo con maggiore attenzione, di origine albanese. Pensate se fosse stato l’inverso…
Ma non è finita: Bimba annegata nel fiume, mamma arrestata per omicidio, scrive ancora l’Ansa di ieri. E' chiusa in cella con l'accusa più tremenda: aver ucciso la sua bambina di appena due anni gettandola nel fiume.
E la notizia viaggia spedita: Treviso, bimba annegata nel fiume: arrestata la madre per omicidio volontario.
Bimba e mamma, parole comuni a milioni di famiglie nostrane e non che vivono nel nostro paese.
Ancora ieri: (Ansa) Due pregiudicati sono stati arrestati con l'accusa di aver compiuto una decina di rapine nel mese di agosto in vari ristoranti di Napoli.
Pregiudicati, altro termine quanto mai vago, soprattutto oggi, in una terra in cui la legalità è divenuto un concetto tutt’altro che scontato.
Parole come contenitori, categorie imparziali, lì a sottolineare che la notizia principale è il fatto in sé, ciò che è accaduto, il crimine che è stato compiuto ancor prima che l’autore di quest’ultimo.
Dipende ovviamente da chi, presunto o meno, è il colpevole: Romeno spara a ex e poi si uccide, pubblica l’Ansa questo sabato. Ha sparato alla sua ex fidanzata che l'aveva lasciato, ha colpito un immigrato africano e poi si e' suicidato.
C'è pure il tempo di infilarci un quanto mai opportuno immigrato africano.
E così via, secondo copione, si va in scena sulla maggior parte dei media…
Romeno non è affatto generico, romeno è un vocabolo inequivocabile, distinto, è un bersaglio preciso, senza fraintendimenti. Romeno non è chiunque, è qualcuno in particolare, qualcuno che al contrario paga per tutti.
Come clandestino, extracomunitario, immigrato

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